20 ottobre 2019

Una vedova diceva al giudice: «Fammi giustizia contro il mio avversario». Per un po’ di tempo egli non volle, ma poi l’ascoltò.

LA FORZA DELLA PREGHIERA RISIEDE NELLA COSTANZA

Gli episodi di Mosè che prega sul monte perché il popolo non venga sterminato ma giunga alla terra promessa (I Lettura) e quello della vedova che si rivolge con insistenza al giudice disonesto per avere giustizia (Vangelo), ci invitano a riflettere sul valore della preghiera, strumento che Dio ha messo nelle nostre mani per servircene con fede e intelligenza. Non è più una cosa tanto evidente; l’efficacia di scienza e tecnologie nell’offrire soluzione a problemi per i quali una volta si invocava Dio, porta l’umanità a vivere quasi un delirio di onnipotenza, ritenendo che di Lui non ci sia più alcun bisogno. È una tentazione che insidia anche la fede dei credenti. Perché pregare se bastano l’intelligenza e il genio umano per affrontare i problemi? La tentazione di riporre da una parte la preghiera è quindi forte, ma la Parola ci invita a riscoprire il genuino senso della preghiera, che non è una sceneggiata di formalismi esteriori oppure la pretesa superstiziosa di soluzione ai problemi. Pregare è scoprire in sé una dimensione di fede e di comunione: non siamo soli, c’è un Dio che ascolta e ama, c’è un mondo che insieme a noi cerca armonia, comunione, pace.
don Vito Di Luca, ssp

MITEZZA

LO Spirito Santo, che è dono di Cristo a noi, ci guida nella via segnata da Gesù e modella il nostro essere a somiglianza del Signore. Genera in noi la mitezza perché Gesù è «mite e umile di cuore» (Mt 11,29), Gesù è – come preannunciava il profeta Zaccaria (cfr Zc 9,9) – il “Re mite”, che fa l’ingresso trionfale a Gerusalemme «seduto su un’asina» (cfr Mt 21,5), Gesù è “l’Agnello” mansueto che viene condotto al macello (cfr Is 53,7), che viene sgozzato ma risorge. Gesù manda i suoi discepoli nel mondo «come pecore in mezzo ai lupi» (Mt 10,16). Egli ha proclamato: «Beati i miti perché avranno in eredità la terra» (Mt 5,5): la “terra promessa”, cioè la pienezza dei beni messianici. La mitezza è conseguente alla fede: è la fede nella Presenza e nell’Amore del Signore che ci dà sicurezza e ci rende miti, mansueti, dolci. Dalla fede nell’assistenza dello Spirito Santo scaturisce l’atteggiamento di fiducia, di pace, di non violenza, di non dominio sugli altri, quindi di mitezza. San Paolo ci esorta: «Rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità » (Col 3,12). Quindi la mitezza è fatta di misericordia, tolleranza, umiltà, mansuetudine, dolcezza, gentilezza, cortesia, affabilità, amabilità, benignità, pazienza, rispetto, clemenza, disponibilità al perdono. E non è segno di debolezza, ma di fortezza morale; non è una resa dinanzi alla sopraffazione del male, ma è la forza che «vince il male con il bene» (cfr Rm 12,21).
Mons. Giuseppe Greco

Preghiera dei fedeli

Fratelli e sorelle, obbedienti al Salvatore che ci chiede di pregare con perseveranza, eleviamo con fiducia la nostra preghiera al Padre.

Lettore - Diciamo insieme: Padre santo, ascoltaci.

1. Per la Chiesa e i suoi pastori, perché resti sempre saldamente fedele alla sua missione che è l’annuncio della tua Verità; preghiamo:

2. Per coloro che hanno il compito di insegnare e di guidare, perché siano assidui ascoltatori della tua Parola per tradurla in azioni di giustizia e di pace; preghiamo:

3. Per i missionari che donano la vita per l’annuncio del Vangelo, perché siano sempre sostenuti dalla nostra preghiera e dalla stima di tutto il popolo cristiano; preghiamo:

4. Per i poveri e gli emarginati, perché nella preghiera sentano viva la presenza di Dio che li ama, e nella nostra carità sperimentino la presenza di Dio che li sostiene e cura; preghiamo:

5. Per noi qui riuniti, perché ci sentiamo tutti coinvolti nella missione della Chiesa, con l’impegno a sostenerla con la preghiera e l’aiuto concreto; preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Padre santo, tu hai creato il mondo e l’hai affidato alla cura degli uomini. Insegnaci a guardare alla realtà con occhi trasparenti, perché sappiamo ringraziarti per i tuoi doni e supplicarti per le necessità dei fratelli. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

21 L Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato il suo popolo. Gesù non è venuto per risolvere i nostri problemi, ma per sostenerci e guidarci verso la vera vita. Ss. Orsola e c.; S. Malco; B. Carlo d’Asburgo. Rm 4,20-25; Cant. Lc 1,68-75; Lc 12,13-21.

22 M Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà. San Paolo contrappone la figura di Adamo, che ha fatto entrare nel mondo il peccato e la morte, e Gesù, che ci ha donato la grazia divina con la sua morte e risurrezione. S. Giovanni Paolo II (m.f.); S. Abercio; S. Donato Scoto. Rm 5,12.15b.17-19.20b-21; Sal 39,7-10.17; Lc 12,35-38.

23 M Il nostro aiuto è nel nome del Signore. Il vero discepolo di Gesù, non deve solo vigilare nell’attesa, ma deve rimanere fedele a ciò che lui ha insegnato. S. Giovanni da Capestrano (m.f.); S. Severino Boezio. Rm 6,12-18; Sal 123,1-8; Lc 12,39-48.

24 G Beato l’uomo che confida nel Signore. La vita cristiana per Paolo è paragonabile a un viaggio: bisogna sapere da dove veniamo, così come è indispensabile sapere verso dove siamo incamminati. S. Antonio M. Claret (m.f.); S. Luigi Guanella; S. Proclo. Rm 6,19-23; Sal 1,1-4.6; Lc 12,49-53.

25 V Insegnami, Signore, i tuoi decreti. Il cristiano, ci ricorda san Paolo, se da una parte fa esperienza del suo essere peccatore, dall’altra sa che deve continuamente rendere grazie al Signore per il dono della salvezza. S. Miniato; S. Gaudenzio; S. Frontone; B. Carlo Gnocchi. Rm 7,18-25a; Sal 118,66.68.76-77.93-94; Lc 12,54-59.

26 S Noi cerchiamo il tuo volto, Signore. San Paolo nella Lettera ai Romani ci ricorda che lo Spirito mette in atto in noi una forza irresistibile che ci guida alla «verità tutta intera » e ci scioglie dai vincoli della carne. Ss. Luciano e Marciano; B. Damiano Furcheri; B. Celina Chiudzinsha. Rm 8,1-11; Sal 23,1-6; Lc 13,1-9.

[27 D XXX Domenica del T.O. / C (S. Evaristo; S. Gaudioso) Sir 35,15b-17.20-22a; Sal 33,2-3.17-19.22; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14].

Enrico M. Beraudo

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