7 aprile 2019
Oggi, nel suggestivo brano evangelico, Gesù non scusa la peccatrice, ma la perdona, perché nel perdono c’è la pienezza dell’amore. Egli le tende la mano per sottrarla alla umiliazione del peccato e darle la possibilità di rinascere a una nuova vita.
«VA’ E D’ORA IN POI NON PECCARE PIÙ»
MENTRE tutti urlano e mormorano contro la donna colta in flagrante adulterio, Gesù tace e scrive per terra. Che cosa avrà scritto? Su quelle parole si sono spesi fiumi d’inchiostro nel tentativo di interpretare questo gesto di Gesù e le parole scritte; tuttavia è inutile chiederselo, perché quelle parole rimarranno nella mente e nel cuore delle persone per le quali Gesù le ha scritte. Lì devono restare, perché la misericordia di Dio giunge non in maniera massificata, ma assolutamente personale, è un abbraccio specifico a fronte della situazione di peccato nella quale si trova il singolo individuo, come la donna adultera (Vangelo).
Ognuno di noi ha bisogno di sentire questa paterna premura, per questo è necessario rinunciare a qualsiasi giudizio temerario nei confronti dell’altro, perché quel giudizio un giorno o l’altro si ritorcerà contro chi lo ha emesso. Il compito di ognuno è invece quello di «aprire una strada », di offrire speranza laddove il peccato ha abbrutito la vita, e così renderla nuova e capace di un cammino spedito nel vero bene, dimenticando il passato e protendendosi verso il futuro (I e II Lettura).
Tiberio Cantaboni
UN INVITO AL SILENZIO
QUARESIMA, 40 giorni che invitano alla purificazione. Il numero 4 indica la realtà spaziotemporale, la croce, i cui assi perfettamente perpendicolari rinviano all’equilibrio cosmico, all'ordine divino. Ma la croce di Cristo invece smaschera il mondo divenendo simbolo dell’ingiustizia, ne inverte il significato manifestando il ribaltamento che la storia occulta.
La Quaresima invita al deserto, al silenzio, a rientrare in se stessi, per immergerci nel profondo, per ascoltare la voce del cuore che racchiude la verità. È un atto d’amore verso se stessi. La risposta a qualcosa che nell’intimo chiama, interpella, ma che rifuggiamo.
«Ascolta Israele», il primo comandamento, chiede silenzio. La voce di Dio si può udire solo quando ogni altra voce tace. Ma proprio quando accettiamo di cedere a questo richiamo, ci rendiamo conto di tutto il rumore che ci abita, delle voci dissonanti che risuonano senza mai darci riposo. I pensieri si accavallano nella mente. Pesantezze, tensioni, si fanno sentire nel corpo.
È il momento della verità. Nella sosta silenziosa prendiamo consapevolezza del disordine che ci pervade, della distanza che ci separa dall’ordine divino impresso in noi nel profondo, ma come dimenticato.
Discendere dove il cuore conduce. Il cuore sa perché è custode della memoria. Si fa sentire con la nostalgia. Stare lì, nel silenzio, dove la nostalgia preme. Contemplare la bellezza riaccende il ricordo. La meraviglia si risveglia nello sguardo, il respiro diviene quieto, profondo, ritmato. L’ordine divino si riaffaccia nella memoria con il suo sì.
Antonella Lumini
A DISPOSIZIONE DEI LETTORI
L’annata de “La Domenica” 2017-2018 / Anno B reca i venti articoli della rubrica “Gesù ha i suoi nomi” del biblista don Primo Gironi, prezzo euro 18,00, versamento su CCPostale n. 107.201.26 intestato a “La Domenica”, Piazza S. Paolo, 14 - 12051 Alba (Cn). Causale: “Gesù ha i suoi nomi”. Tel. 0173.296.329. E-mail: abbonamenti@stpauls.it
Preghiera dei fedeli
C- Fratelli e sorelle, al Signore, che ci colma di gioia attraverso la sua benevolenza, innalziamo fiduciosi la nostra comune preghiera.
Preghiamo insieme, dicendo: Confermaci nel tuo amore, Signore.
1. Signore, che nel deserto hai tracciato una via di liberazione, rendi la tua Chiesa strumento di riconciliazione in mezzo a tanta violenza e tanto egoismo che regna nel mondo. Noi ti preghiamo:
2. Signore, che hai fatto sognare i prigionieri di Sion, fa’ che le popolazioni in guerra possano finalmente vedere un arcobaleno di pace e di stabilità. Noi ti preghiamo:
3. Signore, che vedi le lacrime di tanti uomini e donne colpiti dalla miseria e dallo sfruttamento, fa’ che i governanti operino scelte giuste ed eque per trasformare il loro lamento in gioia. Noi ti preghiamo:
4. Signore, che ci chiedi di camminare nel bene, allena i nostri passi per correre spediti sulla via dell’amore, della misericordia e della concordia. Noi ti preghiamo:
Intenzioni della comunità locale.
C - Padre della vita, che non vuoi che alcuno si perda di quanti hai creato a tua immagine e somiglianza, accogli questa preghiera che ti abbiamo rivolto e insegnaci ad essere noi pure strumenti di redenzione per i fratelli che poni sul nostro cammino. Per Cristo nostro Signore.
A - Amen
V SETTIMANA DI QUARESIMA
08 L Con te, Signore, non temo alcun male. Gesù proclama di essere “la luce del mondo”, solo guidati dalla sua luce è possibile conoscere e percorrere la via che conduce alla vita presso il Padre. Gesù è insieme luce e via alla vita. S. Amanzio; Beato Clemente da Osimo. Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62 opp. 13,41c-62; Sal 22,1-6; Gv 8,12-20.
09 M Signore, ascolta la mia preghiera. Gesù considera e presenta il suo “innalzamento” in croce come una “intronizzazione” («conoscerete che Io Sono»), riconoscimento e premio da parte del Padre per aver «sempre fatto le cose che gli sono gradite». S. Demetrio; B. Antonio Pavoni. Nm 21,4-9; Sal 101,2-3.16-21; Gv 8,21-30.
10 M A te la lode e la gloria nei secoli. La libertà non dipende dall’appartenenza a una cultura. Solo coloro che condividono la condizione di Figlio si trovano davvero liberi. È necessario aderire a colui che «ha detto la verità udita da Dio». S. Palladio; S. Maddalena di Canossa; S. Fulberto. Dn 3,14-20.46.50.91-92.95; Cant. Dn 3,52-56; Gv 8,31-42.
11 G Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza. All’ingiuria: «Chi credi di essere?», Gesù rivendica la sua superiorità su Abramo. Non solo Abramo era in attesa della sua venuta, «esultando nella speranza di vedere il suo giorno», ma è posteriore a lui: «Prima che Abramo fosse, Io sono». S. Stanislao; S. Gemma Galgani. Gen 17,3-9; Sal 104,4-9; Gv 8,51-59.
12 V Nell’angoscia t’invoco: salvami, Signore. Gesù difende la sua identità di “Figlio di Dio”. Tale titolo non solo non è contro la Legge, ma è stato abbondantemente comprovato nello spazio della sua vita pubblica dalle «molte opere buone da parte del Padre». S. Giulio I ; S. Zeno; S. Giuseppe Moscati. Ger 20,10-13; Sal 17,2-7; Gv 10,31-42.
13 S Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge. I capi dei Giudei si rendono conto che “i segni” operati da Gesù portano a «credere in lui». Il sommo sacerdote motiva inconsciamente la necessità della morte “salvifica” di Gesù, collegata con la vicina Pasqua. S. Martino I; S. Ermenegildo. Ez 37,21-28; Cant. Ger 31,10-12b.13; Gv 11,45-56.
[14 D Domenica delle Palme / C (S. Lamberto) Is 50,4-7; Sal 21,8-9.17-20. 23-24; Fil 2,6-11; Lc 22,14 - 23,56].
Tarcisio Stramare, osj
Salmo responsoriale e accompagnamento
PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009, 5 Ristampa.
Inizio: Dono di grazia (493); Soccorri i tuoi figli (500).
Salmo responsoriale: M° G. Lattuca. Ritornello: Canterò per sempre l’amore del Signore! (403-404).
Processione offertoriale: Quanta sete nel mio cuore (705).
Comunione: Tu sei la mia vita (732); Grandi cose (655).
Congedo: Madre santa (585).