24 novembre 2019

Gesù Cristo è il Re dell’universo: la sua regalità, in modo discreto e misterioso, si va costruendo ogni giorno con la grazia che libera tutti noi dalla schiavitù del peccato e ci unisce a lui in gioiosa obbedienza. - Oggi si celebra la Giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. 

Gesù Cristo crocifisso, il re "buono" donato dal Padre

Al tempo di Davide, fu il popolo a chiedere un re, anzi a scegliersi un re. Oggi noi riceviamo un re. Nella sua tenerezza, il Padre ci dona un re: Gesù Re dell’universo. Ce lo dona sulla croce. Ed il primo ad accoglierlo, a desiderare il suo regno, è un malfattore: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Come avvenne questa conversione? Come giunse a riconoscere Gesù come re, mentre, ci racconta Matteo, poco prima, insultava anch’egli Gesù? Sarà stata la presenza di Maria ai piedi della croce? Certo, è questa conversione che il Padre vuole donarci oggi: confessare la regalità di Gesù. Contemplare Gesù crocifisso, Gesù abbandonato, e riconoscere in Lui Colui, non solo per mezzo e in vista del quale tutte le cose sono state create, ma anche per mezzo e in vista del quale sono state riconciliate tutte le cose. Allora, innamorati di Lui solo e del suo Regno, non avremo più nessun altro re nel nostro cuore. Saremo liberi. Perciò, facciamo nostra la colletta odierna: «Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine».
fr. Antoine-Emmanuel, Fraternità Monastica di Gerusalemme, Firenze

Perché tutti possano diventare amici di Dio

Ricordo quando ero bambina; un giorno la nonna mi portò sulla riva di un lago, gettò un sassolino nell’acqua e mi disse: «Vedi? Si formano cerchi nell’acqua, essi si propagano fino alle sponde del lago. Così avviene quando si compie un’azione, buona o no, è come l’onda che si propaga fino ai margini della terra». Una legge fisica che contiene una verità spirituale: l’uomo può essere protagonista di un mondo di pace o di guerra. E io cosa avrei scelto? È Dio che chiama e chiama sempre, ma la mia chiamata come è avvenuta? Ricordo che spesso stavo davanti a Dio in preghiera. Gli chiedevo semplicemente: «Signore, che cosa vuoi che io faccia?». Ed è stata una situazione sofferta per lungo tempo; poi, gustando nella preghiera la sua presenza divina, ho creduto che la mia vocazione fosse quella di custodire uno spazio interiore, nel segreto del cuore in cui vivere alla presenza di Dio. Sono in seguito trascorsi molti anni, che mi vedevano immersa in attività di vario genere, parrocchiale e sociale. Il lavoro mi dava ampia autonomia economica e di tempo, e mi dava anche una certa soddisfazione personale. Esperienze di vario genere quindi, ma la parrocchia in cui abitavo mi assorbiva sempre di più; finché un giorno, mentre stavo in preghiera, ho avvertito nuovamente la stessa chiamata di un tempo. Ed è stata come una domanda-risposta venuta dalla Parola di Dio. «Vuoi dare il meglio di te stessa, tutta te stessa, fino a raggiungere i confini della terra? Fai come Mosè: tieni le braccia alzate in preghiera perché la gente vinca la lotta contro il male. Perché tutti possano diventare amici di Dio».
Una clarissa (Città di Castello)

Preghiera dei fedeli

Fratelli e sorelle, contempliamo oggi in Cristo Re dell’universo la verità che tutti dobbiamo fare nostra: solo nel fedele servizio e nell’obbedienza al Padre viviamo la pienezza della vita. Lettore - Preghiamo insieme dicendo: 

Cristo Gesù, Re di gloria, ascoltaci.

1. Per la Chiesa, perché si presenti al mondo come popolo di Dio in cammino, in cui c’è posto per tutti; dove gli stanchi e i feriti trovino cura e attesa, e dove i peccatori e gli smarriti siano cercati, riaccolti e amati; preghiamo.
2. Per i governanti, gli amministratori, gli educatori, perché esercitino il loro ruolo non come un privilegio di cui abusare, ma come un servizio con cui donarsi ai fratelli; preghiamo.
3. Per le sorelle Claustrali, perché come Maria siano “tempio dello Spirito” e, sia nei momenti di fecondità che in quelli di aridità, con la preghiera e la contemplazione siano sempre un faro di luce e speranza per tutta l’umanità; preghiamo.
4. Per la nostra comunità, perché ognuno contribuisca, nelle forme stabilite, al sostentamento del clero impegnato nelle multiformi opere di carità della Chiesa; preghiamo.

Intenzioni della comunità locale.

C - Signore Gesù, hai mostrato al mondo la tua signoria piegandoti sull’uomo e fasciando le sue ferite. Infondi in noi la sapienza della croce perché facciamo nostra la volontà del Padre, che tutto vuole ricapitolare in te, che vivi e regni nei secoli dei secoli.

A - Amen.

XXXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

25 L A te la lode e la gloria nei secoli. Non dobbiamo preoccuparci di quanto riusciamo a offrire a Dio, ma in quale misura ci offriamo a Lui. Non si tratta di dargli qualcosa, ma di donarci a Lui con tutta la nostra vita. S. Caterina di Alessandria (m.f.); S. Maurino. Dn 1,1-6.8-20; Cant. Dn 3,52-56; Lc 21,1-4.
26 M A lui la lode e la gloria nei secoli. Di fronte alla paura dei disastri che ci toccano da vicino, il Signore dice che questi ci sono sempre stati: non sono segni della fine del mondo, ma inviti alla conversione. S. Corrado; S. Leonardo da Porto Maurizio; B. Giacomo Alberione, Fondatore. Dn 2,31-45; Cant. Dn 3,57-61; Lc 21,5-11.
27 M A lui la lode e la gloria nei secoli. I cristiani sono chiamati a partecipare alla passione del Signore Gesù anche attraverso il rifiuto e le persecuzioni, ma ogni sofferenza verrà ricompensata e nulla andrà perduto. S. Virgilio; S. Laverio; B. Bernardino da Fossa. Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28; Cant. Dn 3,62-67; Lc 21,12-19.
28 G A lui la lode e la gloria nei secoli. Il Signore Gesù non sta descrivendo la fine del mondo, ma ci invita a riconoscere i segni di un mondo che finisce, al quale noi dobbiamo offrire la voce di una nuova speranza. S. Giacomo della Marca; S. Teodora; B. Giacomo Thompson. Dn 6,12-28; Cant. Dn 3,68-74; Lc 21,20-28.
29 V A lui la lode e la gloria nei secoli. Come un contadino sa riconoscere le stagioni dall’andamento della natura, così anche noi dobbiamo essere vigili, attenti ai segni che ci rivelano la venuta del Regno di Dio. S. Saturnino; S. Illuminata; B. Maria Maddalena dell’Incarnazione. Dn 7,2-14; Cant. Dn 3,75-81; Lc 21,29-33. 30 S S. Andrea, apostolo. Festa (rosso). Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. La chiamata degli apostoli è un appello per tutta la Chiesa: seguire Cristo e “pescare” uomini, sapendo che Dio non sceglie i già capaci, ma rende capaci quelli che sceglie. S. Galgano Guidotti; S. Mirocleto. Rm 10,9-18; Sal 18,2-5; Mt 4,18-22.
1 D I Avvento / A (S. Eligio; B. Clementina Nengapeta) Is 2,1-5; Sal 121,1-2.4-9; Rm 13,11-14a; Mt 24,37-44 

Elide Siviero

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