1 novembre 2019

S. Maria Domenica Mazzarello, S. Giovanni Bosco, S. Giovanni Paolo II, S. Pio da Pietrelcina, S. Maria Teresa di Calcutta.

OGGI CONTEMPLIAMO GERUSALEMME, LA CITTÀ DEI SANTI

Oggi onoriamo Tutti i Santi, quelli iscritti nell’albo della Chiesa e quelli senza aureola. Uomini e donne come noi, che hanno coniugato le loro qualità e fragilità con i tempi della grazia, protesi a vivere e ad agire da cristiani nelle vicende variegate della vita ordinaria, salendo con costanza, e sovente controcorrente, i gradini delle beatitudini evangeliche (Vangelo). Fratelli e sorelle che hanno dato compimento al proprio Battesimo, sentendosi figli e vivendo da figli, e che ora, fatti «simili a lui», contemplano il Padre «così come egli è» (II Lettura). Folla innumerevole e felice, d’ogni dove e d’ogni sorta, vestita di bellezza e di gioia, che loda e adora il suo Signore stretta nell’abbraccio eterno del suo amore (I Lettura). Amici e modelli di vita, potenti intercessori davanti al trono di Dio, i santi ci ricordano che «ognuno per la sua via» (LG 11) è chiamato a guardare in alto e ad affrettare il passo verso il cielo. I loro esempi ci sottraggono a uno stile di vita mediocre e mondano, incompatibile con le esigenze del Vangelo; la loro intercessione sollecita in noi propositi di bene, ravvivando il desiderio di una vita pienamente cristiana.
don Giuliano Saredi, ssp

Il dinamismo dello Spirito Santo

San Paolo ci parla dei “frutti” dello Spirito Santo (cfr Gal 5,22). Quindi lo Spirito Santo, che noi riceviamo e per cui diventiamo “tempio di Dio” (cfr 1 Cor 3,16), non resta inattivo in noi, ma opera per la nostra santificazione: lo Spirito Santo è santificatore. La nostra santificazione non è opera nostra, ma dello Spirito. Per diventare santi noi dobbiamo lasciar fare allo Spirito Santo. Purtroppo spesso ostacoliamo la sua opera di santificazione. E questo ostacolo “rattrista” lo Spirito (cfr Ef 4,30). Noi siamo chiamati ad ascoltare la “voce” dello Spirito, che non sappiamo da dove viene né dove va (cfr Gv 3,8). Egli dà voce al nostro anelito verso Dio, alla nostra preghiera perché noi «non sappiamo cosa chiedere», ma Egli prega in noi «con gemiti inesprimibili» (cfr Rm 8,26). Anzi il suo diventa un “grido” che attesta il fatto che noi siamo figli di Dio (cfr Gal 4,6). Lo Spirito Santo discende in noi come fuoco (cfr At 2,3), perché rischiara l’anima, riscalda il cuore, brucia i nostri peccati. Discende in noi come “acqua viva” (cfr Gv 4,10; 7,37), perché disseta la nostra sete d’infinito, irrora la terra della nostra anima arida, lava le nostre colpe e rinnova la vita. Egli «è Signore e dà la vita». Noi invochiamo «la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito» (Preghiera Eucaristica III). Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa, Sposa di Cristo. Lo Spirito è unito alla Chiesa nell’invocazione suprema che scaturisce dal nostro bisogno estremo di Cristo: «Lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!”» (Ap 22,17).
Mons. Giuseppe Greco

La santità dei giovani fa nuova la Chiesa

Gran parte degli adulti sono stati formati da piccoli con il racconto delle vite dei Santi. Fu un esercizio facile, quando la TV era in bianco e nero. Oggi il mondo è cambiato: sei un eroe se sai cantare, o sai danzare, o sei bravo ai fornelli. Ma la dedizione agli altri in nome del Vangelo oggi è fuori della lista delle virtù eroiche. Eppure, tornando al ricordo di coloro che ci hanno preceduto comprendiamo che è il loro vissuto di amore che rimane inciso nella nostra memoria. «Siate santi come il Padre», dice Gesù (cfr Lc 19,2): invito ai limiti dell’impossibilità. Ma è necessario che qualcuno accolga l’invito evangelico, perché il mondo possa continuare a essere un posto dove l’umano sopravviva e, soprattutto, dove l’egoismo non prenda il sopravvento. È forse per questo che il Documento finale del Sinodo sui giovani e l’esortazione del Papa Christus vivit (n. 49-63) dedicano molto spazio al tema della santità. Soprattutto si afferma che con la santità dei giovani la Chiesa può rinnovarsi: «Il balsamo della santità generata dalla vita buona di tanti giovani può curare le ferite della Chiesa e del mondo, riportandoci a quella pienezza dell’amore a cui da sempre siamo stati chiamati: i giovani santi ci spingono a ritornare al nostro primo amore (cfr Ap 2,4)» (CV 50). I giovani amano le grandi sfide, e i giovani santi con la loro testimonianza ci fanno vedere l’impossibile che si fa un po’ più vicino a noi.
don Michele Falabretti, Responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI

Preghiera dei fedeli

Oggi la Chiesa è in festa e gioisce e prega in comunione con tutti i suoi Santi, fratelli e sorelle che vivono per sempre nella santa Gerusalemme del Cielo.

Lettore - Diciamo insieme:
Santissima Trinità, ascoltaci.

1. Per la santa Chiesa, perché il vangelo delle Beatitudini sia sempre il suo programma di vita, preghiamo:

2. Per i governanti, perché ricerchino il bene comune e lavorino, senza mai stancarsi, per la giustizia e la pace, preghiamo:

3. Per coloro che sono nel pianto, perché siano consolati; per coloro che hanno fame e sete della giustizia, perché siano saziati; per coloro che sono perseguitati a causa della fede, perché siano fortificati, preghiamo:

4. Per la nostra comunità che celebra l’Eucaristia, perché alla fine della vita possiamo trovarci riuniti con tutti i Santi nella gioia della casa del Padre, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Ascolta, o Dio, la nostra preghiera. L’intercessione della Vergine Maria e di tutti i Santi ci ottenga la grazia di stare vicino a te in questa vita e di contemplare nell’eternità la gloria del tuo volto.
Per Cristo nostro Signore.
A - Amen.

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