Domenica 16 marzo 2014
Avanzando nel tempo di Quaresima, siamo più attenti all’invito di Dio: bisogna lasciare le nostre sicurezze come Abramo e gli apostoli; dobbiamo spogliarci delle cose superflue per riscoprire il vero volto di Cristo.
DAL MISTERO DELLA CROCE ALLA GLORIA DEL FIGLIO DI DIO
FA riflettere il Vangelo di Marco nella liturgia odierna, dove si narra della Trasfigurazione di Cristo. Perché questo anticipo della manifestazione della gloria del Figlio di Dio? I discepoli da lì a poco sarebbero stati sconvolti dallo scandalo della croce, dalla Passione e dalla morte del loro Maestro. Ecco che allora Dio interviene e offre loro un anticipo della sua gloria. Egli fissa nelle loro menti quel momento di splendore per esorcizzare la paura e la disperazione nell’apparente sconfitta della morte in Croce. Nei momenti di dolore e di difficoltà dovranno ricordarsi di quello spiraglio di gloria e fondare su di esso la loro fortezza di fronte alle prove della vita. Nessun nemico sulla terra potrà togliere quel destino di felicità. La sofferenza e la morte non avranno l’ultima parola. È per questo che Cristo si è trasfigurato. È per farci vivere di fede come Abramo (I Lettura) che parte senza indugio confidando nella parola del Signore. È per abbandonarci pienamente alla grazia, come invita l’apostolo Paolo (II Lettura), perché un giorno anche i nostri corpi saranno trasformati come quello di Cristo.
Nicola Gori
Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte e fu trasfigurato davanti a loro.
«VI TRASMETTO QUELLO CHE HO RICEVUTO»
LA fede ha una dimensione comunitaria. Nel capitolo 3o della Lumen fidei il Papa Francesco riprende, sviluppa e precisa bene quest’aspetto. Innanzitutto usando un’immagine molto semplice, ma bella ed efficace, afferma che «La fede si trasmette nella forma del contatto, da persona e persona, come un fiamma si accende da un’altra fiamma» (n. 37) e passa attraverso il tempo «di generazione in generazione » (n. 38). La lettera lo dice con chiarezza e forza. «Impossibile credere da soli... È possibile rispondere in prima persona – io credo – solo perché si dice anche – crediamo » (Cfr n. 39). È una conseguenza logica della stessa vita umana. «Nessuno può vivere da solo. Nessuno si è dato la fede da se stesso, così come nessuno da se stesso si è data l’esistenza» (CCC, n. 166). Il Papa richiama i quattro classici modi di questa trasmissione della fede: il Credo, i Sacramenti detti appunto della fede, specie il Battesimo e l’Eucaristia, il Decalogo e la preghiera, citando il Catechismo della Chiesa Cattolica. La Chiesa poi ha il compito di garantire l’unità della fede, poiché secondo il detto di san Leone Magno «se la fede non è una, non è fede», come uno è Dio e uno è il Cristo, incarnato per noi. Molto importante e qualificante è poi la precisazione finale: «Come servizio all’unità della fede ed alla sua trasmissione integra, il Signore ha dato alla Chiesa il dono della successione apostolica», vale a dire il Papa ed i Vescovi, affinché «la garanzia della connessione con l’origine della fede sia data da persone vive, e ciò corrisponde alla fede viva che la Chiesa trasmette » (Cfr n. 49).
Sebastiano Dho
Suor Laura Montoya
Al secolo Maria Laura Montoya y Upeguí (Jericó, 26 maggio 1874 – Medellín, 21 ottobre 1949), insegnante, missionaria, scrittrice e religiosa colombiana. Si occupò della protezione dei popoli indigeni dell’America Latina. Con il gruppo Missionarie catechiste degli indios si recò presso queste popolazioni, superò le discriminazioni razziali del tempo impegnandosi in complessi programmi di catechesi ed evangelizzazione. Fondatrice della congregazione delle Suore Missionarie di Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena (1914) è stata proclamata beata da Papa Giovanni Paolo II il 25 aprile 2004 e canonizzata da Papa Francesco il 12 maggio 2013.
Cristina Santacroce
Prega con il Vangelo - «Signore, è bello per noi essere qui»,
«Signore, è bello per noi essere qui», disse Pietro a Gesù. Aiutaci ad avere lo stesso entusiasmo, la stessa gioia e desiderio di stare con te, o Signore. Fa’ che questi sentimenti possano essere il profumo delle nostre celebrazioni e delle attività in parrocchia come linfa nuova di questa Chiesa, in cammino e alla ricerca di un rinnovamento spirituale. La bellezza di stare con te sia testimoniata in tutti gli ambienti che viviamo, senza paure e timori.
Letizia Battaglino
Benediciamo il Signore
Dio sia benedetto. Benedetto il suo santo Nome. Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. Benedetto il Nome di Gesù. Benedetto il suo sacratissimo Cuore. Benedetto il suo preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paràclito. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima. Benedetta la sua santa e immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre. Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo. Benedetto Iddio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.
Preghiera dei fedeli
C - Fratelli e sorelle, invochiamo la paterna benevolenza del Padre che in Gesù Cristo, Parola eterna, ci rivela la sua volontà.
Lettore - Preghiamo insieme:
A - Ascoltaci, o Signore.
1. Per la santa Chiesa: perché sia pronta a seguire gli appelli del suo Signore per un cammino di rinnovata conversione, preghiamo.
2. Per i responsabili delle nazioni: perché promuovano leggi giuste verso i profughi e gli esuli, all’insegna della solidarietà, preghiamo.
3. Per i religiosi e le persone consacrate: perché nel cammino della sequela di Cristo siano fedeli agli impegni promessi, preghiamo.
4. Per gli sposi: perché dalla vita sacramentale sappiano attingere forza e coraggio per una rinnovata testimonianza cristiana, preghiamo.
5. Per la nostra comunità parrocchiale: perché sia vicina ai poveri e ai sofferenti, preghiamo.
C - O Signore nostro Dio, vicino a noi ogni volta che ti invochiamo, esaudisci la preghiera che il tuo stesso Spirito operante in noi esprime nella santa assemblea della tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore..
A - Amen.
II SETTIMANA DI QUARESIMA
17 L Signore, non trattarci secondo i nostri peccati. Oppure: Perdonaci, Signore, nella tua misericordia. Due precetti negativi (non giudicate, non condannate) e due positivi (perdonate, date): ecco la sintesi morale che Gesù consegna ai discepoli perché siano misericordiosi come lo è il Padre celeste. San Patrizio; Santa Geltrude; Beato Corrado. Dn 9,4b-10; Sal 78,8-9.11.13; Lc 6,36-38.
18 M A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. L’invito a non farsi chiamare né maestri, né padri, né guide, è funzionale al riconoscimento dell’unica signoria di Dio ed allo stile di “servizio” che deve caratterizzare ogni vero discepolo di Cristo. San Cirillo di Gerusalemme; San Frediano; Sant’Edoardo. Is 1,10.16-20; Sal 49,8-9.16b-17.21.23; Mt 23,1-12.
19 M San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria. Solennità (bianco). In eterno durerà la sua discendenza. Seppur scarne, le indicazioni del Vangelo scolpiscono la grande figura di Giuseppe: egli è lo sposo di Maria, è l’uomo giusto, è colui che ascolta l’angelo; soprattutto, accetta il mistero che si sta compiendo nella sua donna Maria e mette fedelmente in pratica la Parola di Dio. Beato Andrea Gellerani. 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88,2-5.27.29; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a.
20 G Beato l’uomo che confida nel Signore. Il racconto di Gesù contrappone gli opposti esiti finali di un ricco senza nome e di un povero, chiamato Lazzaro: otterranno consolazione per sempre soltanto quelli che seguono la legge morale scritta nei cuori e ascoltano le parole di chi annuncia il “punto di vista” di Dio. San Martino; San Cutberto; Beato Ambrogio Sansedoni. Ger 17,5-10; Sal 1,1-4.6; Lc 16,19-31.
21 V Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie. La vigna e vignaioli manifestano la pedagogia di Dio con il suo popolo. Egli invia continuamente persone per farci cambiare, fino a che non manda il suo stesso Figlio: sapremo anche noi riconoscere gli inviati di Dio, oppure ci comporteremo come i vignaioli malvagi ed assassini? San Nicola di Flüe; Santa Benedetta C. Frassinello; San Serapione. Gen 37,3-4.12-13a.17b-28; Sal 104,16-21; Mt 21,33-43.45-46.
22 S Misericordioso e pietoso è il Signore. Il cuore di Dio palpita soprattutto per chi è peccatore e scialacquatore. Egli è come un padre nei confronti del figlio giovane; misericordiosamente lo attende, sempre felice di festeggiare il suo ritorno dal peccato e dal male. Sant’Epafrodito; Santa Lea; San Benvenuto Scotivoli. Mi 7,14-15.18-20; Sal 102,1-4.9-12; Lc 15,1-3.11-32.
Pasquale Giustiniani
23 D III Domenica di Quaresima / A (San Turibio di Mogrovejo)
Es 17,3-7; Sal 94,1-2.6-9; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42.
Salmo responsoriale e accompagnamento
PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei 2009.
Inizio: Antifone delle domeniche di Quaresima - Anno A (77); Tu sei come roccia (309).
Salmo responsoriale: Modulo musicale: da Il canto del Salmo responsoriale (ElleDiCi, Leumann 2011); Oppure ritornello: Purificami, o Signore (92).
Processione offertoriale: Tendo la mano (304).
Comunione: Tu sei la mia vita (383); O luce gioiosa (182).
Congedo: Se tu mi accogli (96).
ACCOMPAGNAMENTO
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