25 Febbraio

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. Oggi ricorre la 97a Giornata missionaria (colletta obbligatoria).

Sul Tabor, la luce e la bellezza di Dio

Dopo averci condotto nel deserto della prova, la liturgia ci conduce su un monte. Un duplice monte, in verità: il Moria, dove Abramo viene fermato mentre sta per sacrificare Isacco; il Tabor, dove Gesù viene trasfigurato.

Il nesso tra questi due monti così diversi ce lo fa intuire san Paolo scrivendo ai Romani: Dio, «che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato a tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?». Isacco è prefigurazione di Gesù, il Figlio unigenito che Dio Padre ci dona per salvarci e renderci giusti nella sua misericordia. Ciò che traspare dal corpo trasfigurato di Gesù è la bellezza di questa consegna pasquale.

Più che costruire capanne, che bloccherebbero il cammino, i discepoli devono ascoltare Gesù che li invita a seguirlo sulla via della consegna di sé nell’amore. Il cammino quaresimale ci deve purificare e liberare da ogni chiusura ed egoismo, così che anche la nostra vita possa risplendere della bellezza e della luminosità del dono, accolto e riconsegnato nell’amore. I discepoli si domandavano cosa significasse risorgere dai morti. Significa anche questo: passare dalla morte nell’egoismo alla vita nel dono.

dom Luca Fallica, Abate di Montecassino

Il canto del dolore nello “Stabat Mater”

La presenza di Maria nei Vangeli della Passione è limitata al suo “stare” presso la croce del Figlio. Il versetto di Gv 19,25 è fonte di meditazione sul mistero del dolore di Maria, argomentato nella teologia e cantato nella liturgia. Il testo poetico più noto, riferito al quadro di Maria addolorata sotto la Croce, è lo Stabat Mater, attribuito a Jacopone da Todi (XIII sec.) e divenuto filone letterario del “Planctus Mariæ”. Nel Venerdì Santo, come in tutti i venerdì di Quaresima, è tradizione cantare lo Stabat Mater per intero o nella singola strofa conosciuta dal popolo nella versione italiana: «Santa Madre, deh, voi fate / che le piaghe del Signore / siano impresse nel mio cuore».

La strofa, ripetuta a ogni stazione della Via Crucis, riprende il contenuto spirituale della più lunga sequenza medievale – praticata nella sua forma monastica o in quella popolare – prevista per la memoria liturgica della “B.V. Maria Addolorata” (15 settembre). Testo e musica compartecipano nel descrivere il dolore della Madre e, insieme, il nostro. La richiesta accorata di imprimere nel nostro cuore le piaghe di Gesù sfocia nel desiderio del paradiso: «Quando corpus moriétur, / fac, ut ánimae donétur / paradísi glória».

Lo Stabat Mater può essere, dunque, interpretato come “il canto del dolore” di Maria, che si associa a quello dell’umanità e viceversa; non poteva essere altrimenti, dal momento che ella è divenuta sotto la croce la Madre di tutti. Per questo osiamo cantare che “alla morte del corpo ci sia data la gloria del Paradiso”. Il testo è stato continuamente cantato nelle sue più diverse forme musicali, dall’originale monodia gregoriana alla raffinata polifonia, per giungere ai componimenti per solisti e orchestra fino ai nostri giorni, con forti accenti di commossa partecipazione e coinvolgimento solidale.

Impossibile qui citare tutti gli autori che hanno scelto lo Stabat Mater come “icona” per descrivere col canto il mistero del dolore: non a caso, nel XX secolo è il testo religioso più musicato dai compositori, quale espressione cantata del dramma della storia nel periodo oscuro delle due guerre mondiali. Quando cantiamo questo testo, dunque, partecipiamo del dolore di Maria, imparando con lei a “stare” sotto la croce.

M° Sergio Militello

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, Dio, che ci ha invitato ad ascoltare la parola di suo Figlio, ora si dispone ad ascoltare la risposta della nostra preghiera. Invochiamolo con fiducia.

Lettore - Diciamo insieme: Ascolta, Signore, la nostra preghiera.

1. Per la Chiesa, perché la sua vita possa essere luminosa e trasparente, così da attirare ogni persona alla sequela del Signore Gesù. Preghiamo:
2. Per quanti hanno responsabilità educative, perché sappiano formare le persone loro affidate ad atteggiamenti di gratuità e di condivisione. Preghiamo:
3. Per quanti sono smarriti, delusi, prigionieri di tenebre senza speranza, affinché la Parola di Dio possa rischiarare il loro cammino. Preghiamo:
4. Per noi che viviamo questa sosta liturgica nel nostro impegno quotidiano, perché possiamo riprendere il cammino nella gioia di chi dona sé stesso nell’amore. Preghiamo: Intenzioni della comunità locale.

C - Padre buono, che hai consegnato tuo Figlio per noi, ascolta la nostra supplica e donaci il necessario per camminare nella luce verso la Pasqua.

Per Cristo nostro Signore.
A - Amen.

Calendario liturgico: (26 febbraio-3 marzo 2024)

26 L Signore, non trattarci secondo i nostri peccati. Siamo figli di un Padre che ci concede sempre il perdono, doniamo anche noi, con cuore sincero, il perdono ai fratelli. S. Alessandro di Alessandria; S. Faustiniano; S. Porfirio. Dn 9,4b-10; Sal 78; Lc 6,36-38.

27 M A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. L’Evangelista ci invita a volgere lo sguardo al vero Maestro, Gesù, il fedele interprete del Padre. S. Gregorio di Narek; S. Onorina; S. Gabriele dell’Addolorata. Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12.

28 M Salvami, Signore, per la tua misericordia. Gesù, il Figlio di Dio, non è venuto per dominare, ma per servire, offrendo la vita perché tutti siano liberati. S. Romano; B. Daniele Brottier. Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28.

29 G Beato l’uomo che confida nel Signore. Le figure del ricco e di Lazzaro ci mostrano che le scelte della vita presente sono preludio della condizione eterna. S. Ilario; S. Osvaldo di Worcester; B. Antonia da Firenze. Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31.

1 V Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie. I vignaioli omicidi hanno tolto di mezzo l’erede. Per questo la vigna, che rappresenta il Regno, sarà data a un popolo che ne produca i frutti. S. Felice III; S. Albino; B. Cristoforo da Milano. Gen 37,3-4.12-13a.17b-28; Sal 104; Mt 21,33-43.45-46.

2 S Misericordioso e pietoso è il Signore. Nell’amore del Padre nessuno si perde. Il figlio che si era smarrito è stato ritrovato, egli lo abbraccia e fa festa. S. Troadio; S. Angela della Croce; B. Carlo Bono. Mi 7,14-15.18-20; Sal 102; Lc 15,1-3.11-32.

3 D III domenica di Quaresima / B. III sett. di Quaresima - III sett. del Salterio. Ss. Marino e Asterio; S. Cunegonda. Es 20,1-17; Sal 18; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25.

L. Giallorenzo

Salmo

PROPOSTE PER I CANTI: da Nella casa del Padre, ElleDiCi, 5a ed. 

Inizio: Soccorri i tuoi figli (500); Signore, cerchi i figli tuoi (725).Salmo responsoriale: M° S. Militello;
oppure: Canterò per sempre l’amore del Signore! (403-404). Processione offertoriale: Quanta sete nel mio cuore (705).
Comunione: Come un padre (492); Passa questo mondo (702).
Congedo: È l’ora che pia (578).





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