7 Aprile

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. Oggi ricorre la 97a Giornata missionaria (colletta obbligatoria).

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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La fede che vince il mondo

La fede che vince il mondo si rivela e si esprime nell’amore (II Lettura). Generato in Cristo mediante il battesimo, il credente è testimone lieto del suo Signore tra i limiti e le incertezze dei giorni. Custodisce gelosamente le parole di Gesù e agisce di conseguenza. La fede è il principio della vita in Cristo, la carità ne è il compimento. Descrive questa realtà il quadro lucano della Chiesa delle origini (I Lettura), dove risalta la fierezza di essere credenti e la bellezza di essere comunità. La fede nel Risorto, testimoniata senza alcun timore e con gioia, è la ragione del proprio esistere e si traduce nella premura vicendevole della fraternità, perché nessuno manchi alla festa. Le mani e il fianco, che Gesù risorto mostra ai discepoli e che fa toccare all’apostolo Tommaso con i suoi dubbi e le sue resistenze, sono il sigillo della misura infinita dell’amore misericordioso di Dio (Vangelo). Nella luce della Pasqua comprendiamo l’alta e intensa confessione di fede dell’apostolo: «Mio Signore e mio Dio!». La rugiada salvifica, che sgorga dalle piaghe del Risorto, lo ha guarito dalla sua incredulità; linfa ristoratrice, che è pace e perdono per chi crede e ama.

don Giuliano Saredi, ssp

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Il canto pasquale dell’Alleluia

L’alleluia è l’acclamazione che lega e contraddistingue tutto il Tempo di Pasqua. È il grido di lode a Dio intonato solennemente nella “Madre di tutte le Veglie”; è il canto pasquale per eccellenza, perché esprime la gioia dirompente della Chiesa per la risurrezione di Gesù Cristo dalla morte, motivo e centro della nostra fede.

Ogni volta che si proclama il Vangelo (ad eccezione della Quaresima) si acclama con l’alleluia la Parola vivente che non passa, che dà significato ai nostri giorni, che ci spalanca l’eternità. Essendo un’acclamazione piena di gioia, esige che si canti e non si reciti, dal momento che il canto è la manifestazione della gioia della fede.

Tanti i compositori che lungo i secoli hanno musicato l’alleluia nelle più svariate forme, da quelle monodiche del gregoriano (con poche note o con ampi melismi) a quelle polifoniche (semplici o complesse), fino a coinvolgere coro e orchestra. Qualunque forma si adotti, è importante sottolineare ciò che le unifica: l’esultanza nella fede e la comunanza nella lode a Dio.

Così, se vogliamo acclamare Dio, canteremo l’alleluia con più convinzione ed entusiasmo, manifestando il motivo della fede cristiana all’unisono spirituale. Questa raccomandazione, non nuova, ha lontane radici e trova conferma nella pratica liturgica d’Oriente e d’Occidente. Nella Bibbia e nei testi liturgici troviamo altre espressioni di esultanza e di invito alla lode (Grande è il Signore e degno d’ogni lode…, Benedite il Signore… ecc.), ma nessuna di queste condensa in un’unica parola l’espressività dell’alleluia.

Anche per questo, la liturgia cristiana ha conservato l’uso del termine ebraico, senza ricorrere a traduzioni che avrebbero sminuito la forza dell’acclamazione, così come per l’amen e l’osanna. Un piccolo termine, dunque, ma dal grande significato teologico.

M° Sergio Militello

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, il Signore risorto mostra le piaghe ai suoi discepoli di ieri e di oggi, a ciascuno di noi, per dirci che la fede non esiste senza l’amore.

Lettore - Diciamo insieme: Signore, ascoltaci.

1. Per il Papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi: il loro servizio alla Chiesa e al mondo sia una continuata testimonianza dell’amore misericordioso di Dio. Preghiamo:
2. Per la pace delle nazioni: la concordia prevalga sul rancore, la mitezza estingua la violenza. In virtù del sangue prezioso di Cristo, sparso per tutti, cada ogni barriera di peccato. Preghiamo:
3. Per gli smarriti nella fede: la luce che risplende sul volto di Cristo crocifisso li colmi di speranza e illumini le aspre, e a volte disperate, traversie della loro vita. Preghiamo:
4. Per la nostra comunità: il Signore crocifisso e risorto, vivente nell’Eucaristia, ci conceda di riscoprire il privilegio di essere credenti e di ravvivare la bellezza della fraternità. Preghiamo: Intenzioni della comunità locale.

C - Signore Gesù, che sei pace e perdono per chi crede e ama, degnati di accogliere le nostre suppliche, che deponiamo umilmente nelle tue sante mani e nel tuo cuore trafitto. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

A - Amen.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Calendario liturgico: (8-14 aprile 2024)

8 L ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE (s, bianco). Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà. Il “sì” eterno del Figlio al Padre riecheggia nella disponibilità di Maria al volere di Dio. S. Amanzio. Is 7,10-14; 8,10c; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38.

9 M Il Signore regna, si riveste di maestà. Per comprendere Gesù dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito, non dalle nostre logiche. S. Demetrio; S. Liborio. At 4,32-37; Sal 92; Gv 3,7-15.

10 M Il povero grida e il Signore lo ascolta. Con il battesimo entriamo nel mistero del Padre che ha tanto amato il mondo da dare il Figlio. S. Palladio; S. Maddalena di Canossa. At 5,17-26; Sal 33; Gv 3,16-21.

11 G S. Stanislao (m, rosso). Ascolta, Signore, il grido del povero. Gesù non è un profeta come gli altri: si presenta come l’unico e il legittimo rivelatore del Padre. S. Gemma Galgani. At 5,27-33; Sal 33; Gv 3,31-36.

12 V Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa. Il Signore parte dalla realtà terrena del pane e del pesce per rivelare il mistero della sua divinità. S. Giulio I; S. Zeno; S. Giuseppe Moscati. At 5,34-42; Sal 26; Gv 6,1-15.

13 S Su di noi sia il tuo amore, Signore. Nelle parole di Gesù riecheggia l’autoproclamazione di Dio nell’Esodo “Io sono”. S. Martino I (mf); S. Ermenegildo; B. Ida. At 6,1-7; Sal 32; Gv 6,16-21.

14 D III Domenica di Pasqua / B. III sett. di Pasqua - III sett. del Salterio. Ss. Tiburzio, Valeriano e Massimo; S. Lamberto. At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48.

Elide Siviero

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Salmo

PROPOSTE PER I CANTI: da Nella casa del Padre, ElleDiCi, 5a ed. 
Inizio: Cristo è risorto, alleluia! (541); Il Cristo Signore è risorto (551).
Salmo responsoriale: M° S. Militello;
oppure: Questo è il giorno che ha fatto il Signore (183). Processione offertoriale: Surrexit Dominus vere (557). Comunione: Cristo risusciti (547); Lo Spirito di Dio (559).
Congedo: Musica di festa (680).




Sussidio Musicale Digitale in omaggio con La Domenica

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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