16 Aprile 2023

Dio Padre, risuscitando il Figlio, ci ha restituito la speranza della vita eterna. Come avvenne un tempo con i discepoli, anche oggi il Risorto viene a noi, radunati nel suo nome, per continuare a offrirci il dono della sua pace.

Alle sorgenti della salvezza

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Generati dal soffio dello Spirito, siamo entrati nell’ottavo giorno, l’Eternità. La liturgia ci rimanda oggi al senso profondo del nostro Battesimo, facendoci attingere alle sorgenti della Pasqua scaturite dalla passione, morte e risurrezione di Cristo. È un’immersione nella Vita! Con l’apostolo Tommaso (Vangelo) celebriamo la nostra “seconda nascita”: siamo nati alla fede perché rigenerati dalla “grande misericordia” del Padre e, partecipi di questo dono, ci scopriamo insieme Corpo di Cristo, sua Chiesa, comunità di salvati (I Lettura), inviati a portare la salvezza nel mondo bisognoso di riconciliazione. Nel corpo del Signore risorto troviamo impressi i segni della nostra umanità ferita, che lui ha preso su di sé. L’amore non li ha cancellati, ma redenti; li ha resi “sacramento di salvezza”, perché per essi continuino a riversarsi in noi torrenti di misericordia. La risurrezione battesimale non ci sottrae alla fatica quotidiana del credere ma, attraverso le varie prove della vita, ci rigenera «per una speranza viva» (II Lettura): la nostra eredità di figli amati e perdonati che ora confessano, pur senza vedere: «Mio Signore e mio Dio!».
Sorelle Clarisse, Monastero Immacolata Concezione - Albano L. (RM)

Stiamo perdendo una battaglia che abbiamo già vinto

Srotola le pergamene del tempo e osserva come la lezione di quella prima Pasqua cristiana si ripete, quando, ad ogni celebrazione della Pasqua si raccontano le vicende del grande Condottiero che è uscito dal sepolcro per rivelare che la vittoria finale, quella definitiva, deve sempre essere intesa come sconfitta agli occhi del mondo. Almeno una dozzina di volte, nel corso della sua storia bimillenaria, il mondo nell’impeto di un effimero trionfo, ha posto la pietra a sigillo sul sepolcro della Chiesa, vi ha posto la guardia e l’ha considerata come morta, esausta, sconfitta, solo per vederla risorgere vittoriosa nell’aurora della sua Pasqua.

È meglio essere sconfitti agli occhi del mondo, dando a Dio ciò che è interamente e assolutamente nostro. Se diamo a Dio la nostra energia, i nostri talenti, le nostre gioie, i nostri beni, gli rendiamo ciò che egli mise nelle nostre mani non per esserne proprietari, bensì semplici amministratori. Una sola cosa c’è al mondo che possiamo definire veramente nostra, la sola che possiamo dare a Dio, che è nostra invece che sua, la sola che egli non ci toglierà mai; questa cosa è la nostra volontà, col suo potere di scegliere l’oggetto del suo amore. Quindi il dono più perfetto che possiamo offrire a Dio è quello della nostra volontà. Agli occhi del mondo, donarla a Dio è la suprema sconfitta che possiamo subire, ma è anche la suprema vittoria che possiamo conseguire agli occhi di Dio. Nel cedergliela ci sembra di perdere tutto, la sconfitta però è il seme della vittoria. La rinuncia alla propria volontà conduce a ritrovare tutto ciò che la volontà abbia mai cercato, la perfezione della Vita, della Verità, dell’Amore, cioè Dio.

E così, nel giorno di Pasqua non cantare l’inno del vincitore, ma quello del perdente. Cosa importa se la strada, in questa vita, sia ripida e disagevole, se la povertà di Betlemme, la solitudine della Galilea, le sofferenze della Croce siano il nostro pane? Mentre combattiamo, santamente ispirati da colui che ha conquistato il mondo, perché mai dovremmo trattenerci dal manifestare la nostra sfida di fronte all’ipocrisia del mondo? Perché temere di estrarre la spada e assestare il primo colpo mortale al nostro egoismo? Marciando sotto la guida del Condottiero dalle cinque Piaghe, fortificati dai suoi Sacramenti, resi incrollabili dal suo essere Verità infallibile, divinizzati dal suo Amore redentivo, non abbiamo alcun timore circa l’esito della battaglia della vita; nessun dubbio sull’epilogo della sola lotta che conta; nessun bisogno di chiederci se saremo vincitori o perdenti. Perché? Perché abbiamo già vinto – solo che la notizia non è ancora trapelata!

Preghiera dei fedeli

C -Fratelli e sorelle, nella sua grande misericordia il Padre ci ha rigenerati per una speranza viva ed eterna. Nel suo Figlio risorto, innalziamo a lui la nostra preghiera:
Lettore - Chiediamo insieme:  Dio di misericordia, ascoltaci!

1. Per il Papa, i vescovi, i presbiteri e tutti i battezzati, chiamati a portare nel mondo l’annuncio della salvezza con l’autentica testimonianza della vita, noi ti preghiamo:

2. Per quanti hanno responsabilità di governo; per i popoli segnati ancora dalla guerra; per quanti faticano a vivere e a trovare nella società il loro posto, noi ti preghiamo:

3.Per tutti i sacerdoti che amministrano il sacramento della Riconciliazione, inviati per essere riflesso del volto di Dio e mediatori della sua misericordia, noi ti preghiamo

4. Per le nostre comunità, per le famiglie che stanno attraversando situazioni difficili, per chi tra noi è nel dubbio e fatica a credere, noi ti preghiamo:

C- Padre di eterna misericordia, lo Spirito del tuo Figlio risorto ci immerga nel mistero pasquale, per vivere in pienezza la grazia ricevuta nel Battesimo. Per Cristo, nostro Signore

A - Amen.

Calendario liturgico: 17-23 Aprile 2023

17 L Beato chi si rifugia in te, Signore. Gesù è il rivelatore del Padre; questa rivelazione si compirà pienamente sulla croce, quando egli verrà innalzato alla gloria. S. Simeone Bar S.; S. Acacio; S. Caterina Tekakwitha. At 4,23-31; Sal 2; Gv 3,1-8

18 M Il Signore regna, si riveste di maestà. Per accogliere il Signore ognuno di noi, come Nicodemo, deve imparare a farsi piccolo, essere disposto a “rinascere”. S. Galdino; S. Atanasia; B. Sabina Petrilli. At 4,32-37; Sal 92; Gv 3,7-15

19 M Il povero grida e il Signore lo ascolta. Per noi che crediamo in Cristo sorge un giorno di luce, lungo, eterno, che non si spegnerà più: la Pasqua mistica (Pseudo Ippolito Romano) . S. Leone IX; S. Elfego; B. Bernardo. At 5,17-26; Sal 33; Gv 3,16-21.

20 G Ascolta, Signore, il grido del povero. Credere in Gesù significa testimoniare la verità della parola di Dio. S. Aniceto; S. Agnese da Montepulciano; B. Chiara Bosatta. At 5,27-33; Sal 33; Gv 3,31-36.

21 V Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa. Nel miracolo della moltiplicazione dei pani, alla folla che viene sfamata è rivelata la gloria di Dio su Gesù, Parola fatta carne. S. Anselmo (mf); S. Corrado da Parzham; B. Giovanni Saziari. At 5,34-42; Sal 26; Gv 6,1-15.

22 S Su di noi sia il tuo amore, Signore. Il Signore che cammina sulle acque manifesta la sua divinità e il suo potere sulle forze della natura. S. Leonida; S. Gaio; B. Francesco Venimbeni. At 6,1-7; Sal 32; Gv 6,16-21.

23 D III Domenica di Pasqua / A. III sett. di Pasqua - III sett. del Salterio. S. Adalberto; S. Giorgio. At 2,14a.22-33; Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35

Elide Siviero 

Salmo

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PROPOSTE PER I CANTI:
 da Nella casa del Padre, ElleDiCi, 5a ed.
- Inizio: Alleluia - La santa Pasqua (534); Il mattino di Pasqua (550).
Salmo responsoriale: M° S. Militello; oppure: Ringraziate il Signore (41). Sequenza: Victimæ paschali (558).
Processione offertoriale: O Dio dell’universo (308).
Comunione: Cristo vive! Non piangete (549); Tu sei la mia vita (732).
Congedo: Cristo, splendore del Padre (634)Sussidio Musicale Digitale in omaggio con La Domenica

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