15 settembre

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. Oggi ricorre la 97a Giornata missionaria (colletta obbligatoria).

 
 
 

«Ma voi, chi dite che io sia?»

«La gente, chi dice che io sia? Ma voi, chi dite che io sia?» (Vangelo). Gesù pone un duplice quesito: uno su che cosa pensano di lui le folle; un altro su che cosa pensano di lui i discepoli, coloro, cioè, che gli sono più vicini. Sono domande che dobbiamo sentire fatte anche a noi, e solo se sapremo dare ad esse una risposta potrà stabilirsi tra noi e il Cristo un’autentica relazione di vita. Le domande di Gesù esigono una risposta integrale dell’uomo, come a ogni dono di Dio deve corrispondere il dono totale della persona. La comunione con Dio in Cristo Gesù non può, infatti, riferirsi ora a questo, ora a quest’altro aspetto particolare, ma deve riguardare tutto l’uomo, nella totalità del suo atteggiamento esteriore (opere) e nella disposizione interiore in cui vive e opera lo Spirito Santo (fede). La comunione con Dio e il prossimo, per la grazia del battesimo, è un’esistenza nuova, interamente connotata dalla fede, dalla speranza e dalla carità, mediante la quale «il Signore di tutti» guida ogni uomo a lasciarsi coinvolgere dalla sua presenza (II Lettura). Dio, in Cristo, non è solo “essere”, ma è “esserci” che si dona senza condizione, passando attraverso la quotidianità del «qui e ora».

don Michele G. D’Agostino, ssp

La preghiera nei santi e nei testimoni della fede

La preghiera, sia essa spontanea o liturgica, è il respiro dell’anima e di essa vi è assoluto bisogno. In tal senso comprendiamo perché Gesù ha affermato che è «la sola cosa di cui c’è bisogno» (Lc 10,42). Tanti testimoni della fede hanno compreso tutto ciò e a questo compito si sono dedicati con assiduità e impegno, oltre che raccomandarlo. E gli esempi sono moltissimi. Tra questi citiamo santa Teresa di Calcutta (1910-1997) che ci ha insegnato a collegare la preghiera come frutto della fede e come forza per compiere le opere: «Frutto del silenzio è la preghiera. Frutto della preghiera è la fede.

Frutto della fede è l’amore. Frutto dell’amore è il servire». Allo stesso modo, santa Gianna Beretta Molla (1922-1962) affermava: «Se desideriamo che il nostro apostolato non sia vano, bensì efficace, c’è un solo modo apprezzabile: pregare». Tra i frutti della preghiera vi è quello dell’unione spirituale che essa favorisce, come ci ricorda la testimonianza della santa giovane carmelitana Elisabetta della Trinità (1880-1906): «Che bella cosa pregare l’uno per l’altro, darsi appuntamento presso il buon Dio, dove non esiste più né distanza né separazione».

Gli esempi potrebbero continuare, soprattutto nell’evidenziare il bisogno interiore della preghiera, come ha affermato papa Francesco nelle sue catechesi: «La preghiera è uno slancio, è un’invocazione che va oltre noi stessi: qualcosa che nasce nell’intimo della nostra persona e si protende, perché avverte la nostalgia di un incontro».

Dunque, la preghiera dà la possibilità di comunicare con Dio e di ricevere la sua forza e il suo conforto, soprattutto quando è praticata bene, come ripeteva il santo frate cappuccino padre Pio da Pietrelcina (1887-1968): «Pregare bene non è tempo perso!». Occorre, allora, confidare nella potenza della preghiera e predisporci al colloquio continuo con Dio. Di tutto ciò era convinta pure la giovane beata Chiara Luce Badano (1971-1990), quando esprimeva che: «Se noi fossimo sempre in questa disposizione d’animo, pronti a tutto, quanti segni Dio ci manderebbe!».

don Giuseppe Militello

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, la croce di Cristo è scandalo e pazzia per chi pensa secondo gli uomini, ma è gloria e salvezza per chi pensa secondo Dio. Chiediamo di saper sempre comprendere il mistero della croce nella quale siamo stati salvati.

Lettore - Diciamo insieme: Per la croce del tuo Figlio ascoltaci, o Padre.

1. Per la Chiesa: non tema di annunciare lo scandalo della croce, e di affrontare la divisione e il dissenso provocati dalla parola, mai accomodante, del Vangelo. Preghiamo:
2. Per il mondo dell’economia e della finanza: non miri solo alla produzione della ricchezza, ma lavori perché a tutti sia garantito un dignitoso benessere materiale e spirituale. Preghiamo:
3. Per coloro che soffrono nel corpo e nello spirito: sappiano abbracciare la croce come ha fatto il Cristo, così da offrire le loro sofferenze in unione alla sua passione. Preghiamo:
4. Per la nostra comunità qui riunita: la celebrazione dei divini misteri ci rinvigorisca nella fedeltà al Vangelo e ci dia il coraggio di testimoniare a tutti che nulla ci è più caro di Gesù Cristo salvatore. Preghiamo: Intenzioni della comunità locale.

C - Dio onnipotente, dona ai tuoi figli la forza di accettare le sofferenze della vita e di saper portare il peso della croce per l’espiazione dei peccati del mondo, in unione alla croce del tuo Figlio.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

A - Amen.

Calendario liturgico: (16-22 settembre 2024)

16 L Ss. Cornelio e Cipriano (m, rosso). Annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Accostandoci all’altare, anche noi ripetiamo a Gesù le parole ricche di umiltà e di fede del centurione romano. S. Eufemia; S. Ludmilla. 1Cor 11,17-26.33; Sal 39; Lc 7,1-10.

17 M Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida. A Nain era morto l’unico figlio di una madre vedova. Gesù sente compassione e dice al ragazzo di alzarsi, ridonandogli la vita. S. Roberto Bellarmino (mf); S. Ildegarda di Bingen (mf). 1Cor 12,12-14.27-31a; Sal 99; Lc 7,11-17.

18 M Beato il popolo scelto dal Signore. Il severo giudizio di Gesù sul comportamento dei suoi contemporanei ci fa riflettere sulla pazienza dell’amore di Dio per noi. S. Arianna; S. Eustorgio; S. Giuseppe da Copertino. 1Cor 12,31–13,13; Sal 32; Lc 7,31-35.

19 G Rendete grazie al Signore perché è buono. Solo la fede in Gesù, vero uomo e vero Dio, può donarci la salvezza. S. Gennaro (mf); S. Mariano; S. Ciriaco. 1Cor 15,1-11; Sal 117; Lc 7,36-50.

20 V Ss. Andrea Kim Tae-gôn, Paolo Chông Ha-sang e c. (m, rosso). Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto. Seguono Gesù i Dodici e alcune donne guarite dalla sua misericordia, che dedicano il loro tempo all’assistenza del Maestro e dei discepoli. S. Eustachio. 1Cor 15,12-20; Sal 16; Lc 8,1-3.

21 S S. Matteo ap. ev. (f, rosso). Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. Chiamato Matteo, Gesù siede alla sua tavola con altri peccatori; ci insegna così che nulla valgono i sacrifici a Dio se non si ha misericordia per i fratelli. S. Maura. Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13.

22 D XXV Domenica del T.O. / B. XXV sett. del T.O. - I sett. del Salterio. S. Emerita; S. Maurizio; S. Silvano. Sap 2,12.17-20; Sal 53; Gc 3,16–4,3; Mc 9,30-37.

L. Giallorenzo

Salmo

PROPOSTE PER I CANTI: da Nella casa del Padre, ElleDiCi, 5a ed.

Inizio: Se vuoi seguire Cristo (717); Signore, cerchi i figli tuoi (725).
Salmo responsoriale: M° S. Militello; oppure: Beato chi cammina (83).
Processione offertoriale: O Signore, raccogli i tuoi figli (697).
Comunione: Oltre la memoria (693); Beato chi cammina (618).
Congedo: Lieta armonia (581).
Sussidio Musicale Digitale in omaggio con La Domenica

 

Archivio

Vai