8 novembre 2015

Una povera vedova offre al tempio solo “due spiccioli”, una moneta modesta. Eppure quella piccola moneta agli occhi di Dio è ben più preziosa delle ricche e ostentate offerte dei benpensanti. Una lezione di grandezza e di umiltà per tutti noi. Oggi si celebra la Giornata del Ringraziamento.

QUESTA VEDOVA HA MESSO TUTTO QUELLO CHE AVEVA

«In verità questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri».

«In verità questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri».

IN una società che, oggi come in ogni tempo, punta sulla quantità e valuta le persone in base a un criterio di produttività, Gesù esorta i discepoli a non fermarsi all’esteriorità, ma a discernere attentamente le intenzioni del cuore: una povera vedova getta nel tesoro del tempio solo due spiccioli, ma, nella logica del Signore, lei ha donato più di tutti gli altri, perché con quel gesto ella ha consegnato se stessa e la propria vita a Dio, confidando nella sua Provvidenza di Padre (Vangelo). Così ha fatto Cristo, il cui sacrificio redentore non è stato fatto mediante qualcosa di materiale, come il sangue di capri e di tori, ma offrendo tutto se stesso a Dio una volta per sempre allo scopo di espiare i peccati del mondo e donare all’uomo la salvezza eterna (II Lettura). Questa disponibilità e questa umiltà raggiungono il cuore stesso di Dio, che gradisce un cuore puro e povero in spirito, e allora elargisce la sua Provvidenza in maniera che nulla manchi a quanti lo temono, come accadde a Elia e alla vedova di Sarepta, a cui non mancarono farina e olio per compiere il viaggio (I Lettura). Dio mostra così che egli non guarda l’apparenza, ma il cuore (Cfr. 1Sam 16,6).
Tiberio Cantaboni

ORSO

Terribile per la sua forza

Terribile per la sua forza

 

“Orso”, illustrazione di Alfredo Brasioli, 2014.

NELL’ANTICHITÀ l’orso (in ebraico dob; in greco arktos) stanziava nei territori collinari e boscosi della Palestina. Apparentemente mansueto, quando è affamato l’orso diventa feroce (Am 5,19). La sua immagine terribile per la sua forza raffigura la «donna malvagia» (Sir 25,16) e la violenza indomabile (Sir 47,3; 1Sam 17,34-36; Lam 3,10). L’episodio della punizione dei ragazzi sbranati dalle orse per l’offesa recata al profeta Eliseo va interpretato in chiave simbolica come esempio estremo della punizione divina (2Re 2,23-24). L’orso alla ricerca del cibo simboleggia l’avidità degli uomini iniqui (Pr 28,15; Sap 11,17) e raffigura, insieme al leone e al leopardo, il potere vorace della bestia apocalittica (Dn 7,5). Anche l’orsa madre esprime una particolare aggressività quando i suoi piccoli sono minacciati. Tale metafora biblica è utilizzata per indicare lo stato d’animo di Davide (2Sam 17,8), di Israele (Is 59,11), la collera divina contro gli iniqui (Os 13,8). Alla simbologia negativa si contrappone l’immagine positiva dell’orsa con i suoi piccoli, segno della «pace» messianica (Is 11,7).
Giuseppe De Virgilio, biblista

IN PREGHIERA CON IL SALMO 145 / 146

Insegnaci a diventare piccoli, o Signore, miti e umili di cuore come te. Non permettere che prevalgano logiche di potere nella tua Chiesa. I poveri siano al centro delle nostre attenzioni. Tu sei un Dio solidale, che sfama i bisognosi e sconvolge le vie dei malvagi. Noi t’invochiamo: venga il tuo regno.

JEANNE EMILIE DE VILLENEUVE

Nacque a Tolosa, il 9 marzo 1811. Dopo la prematura morte della madre e poi della sorella, si abbandonò tra le braccia della Madre di Dio affidando a lei tutte le sue gioie, le sue scelte, le sue solitudini. Dopo aver preso i voti, fondò l’8 dicembre del 1836 la congregazione delle Suore dell’Immacolata Concezione di Castres, soprannominate le Suore Blu a causa dell’abito da loro indossato. Agli orfani, ai poveri, ai malati, ai carcerati, atei e prostitute, volle dimostrare che Dio li conosce e li ama; che il Creatore ha reso degno di onore l’essere umano a modello di Gesù Salvatore; che elemosine e carità non bastano se il nostro cuore è chiuso alla comprensione e alla tolleranza. Suor Emilie morì il 2 ottobre 1854 di colèra. Nel giugno 2009 fu beatificata da Papa Benedetto XVI e canonizzata da Papa Francesco il 17 maggio 2015. Festa il 3 ttobre. Cristina Santacroce
Per informazioni: e-mail: mlayres [CHIOCCIOLA] tiscali.it

Preghiera dei fedeli

C -  Fratelli e sorelle, gettiamo anche noi nel tesoro del cuore di Dio la nostra confidente preghiera, certi che egli ascolta il grido di quanti sperano in lui.

Diciamo insieme:

A - Ascoltaci, o Signore

1. Per la Chiesa, perché sia sempre il luogo dell’accoglienza per tutte le situazioni di povertà e di indigenza, mostrando il volto misericordioso del Padre, preghiamo.

2. Per quanti hanno maggiori disponibilità economiche, perché, lontani dall’ostentazione, si aprano alla sollecitudine verso chi oggi vive situazioni di difficoltà, preghiamo.

3. Per tutti coloro che svolgono qualche attività di volontariato, perché interpretino la loro opera come riflesso dell’amore con il quale Cristo ha amato l’umanità, preghiamo.

4. Per ciascuno di noi, perché eviti sempre il giudizio temerario e accolga i fratelli

Intenzioni della comunità locale

C -  Signore, Padre santo e potente, abbiamo posto

nel tuo cuore le nostre intenzioni di preghiera, fiduciosi che tu ascolti la nostra voce. Esaudisci la nostra supplica, se è per la tua gloria, per il nostro bene e per quello di tutta la Chiesa. Per Cristo nostro Signore

A - Amen. 

 

 

XXXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

9 L Dedicazione della Basilica Lateranense. Festa (bianco). Un fiume rallegra la città di Dio. Nel luogo del nostro incontro con Dio non solo non si deve mercanteggiare con gli altri, ma neppure con Dio. B. Elisabetta della Trinità. Ez 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor 3,9c-11.16-17; Sal 45,2-3.5-6.8-9; Gv 2,13-22.

10 M S. Leone Magno, papa e dottore della Chiesa. Memoria (bianco). Benedirò il Signore in ogni tempo. Davanti agli uomini ci riteniamo importanti e meritevoli per le cose che facciamo; davanti a Dio, invece, è impensabile vantare diritti. S. Oreste; S. Andrea Avellino. Sap 2,23 – 3.9; Sal 33,2-3.16-19; Lc 17,7-10.

11 M S. Martino di Tours, vescovo. Memoria (bianco). Alzati, o Dio, a giudicare la terra. Ci vergogniamo a chiedere, ma dovremmo vergognarci di più a non sapere ringraziare. Chiamati alla fede, ci lasciamo a volte superare nel servizio di Dio dai non credenti. S. Teodoro Studita; S. Marina. Sap 6,1-11; Sal 81,3-4.6-7; Lc 17,11-19.

12 G S. Giosafat, vescovo e martire. Memoria (rosso). La tua parola, Signore, è stabile per sempre. Il regno di Dio “non verrà”, perché è già presente in mezzo a noi. Il “regno” è Gesù che nella sua natura umana ha assunto tutte le realtà create. S. Macario; S. Diego. Sap 7,22 – 8,1; Sal 118,89-91.130.135.175; Lc 17,20-25.

13 V I cieli narrano la gloria di Dio. Allo stesso modo che la “venuta” del regno, ossia Gesù, non è stata un’irruzione, così anche la sua “azione” non sarà spettacolare, come leggiamo nelle parabole del lievito e del seme di senape. S. Imerio; S. Agostina L. Pietrantoni; S. Omobono. Sap 13,1-9; Sal 18,2-5; Lc 17,26-37.

14 S Ricordate le meraviglie che il Signore ha compiuto. La parabola della vedova importuna mostra la forza della preghiera, rivelatrice della fede. S. Rufo; S. Teodoto; B. Maria Luisa Merkel. Sap 18,14-16; 19,6-9; Sal 104,2-3.33.37.42-43; Lc 18,1-8.

15 D XXIII Domenica del T.O. / B (S. Alberto Magno) Dn 12,1-3; Sal 15,5.8-11; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32
Tarcisio Stramare, osj

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI:
da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Lodate Dio (288-289); Beatitudini (227).
Salmo responsoriale: Te lodiamo, Trinità (205); Cielo nuovo (47).
Salmo responsoriale: da Il 
canto del Salmo (ElleDiCi, Leumann 2011);
Ritornello: Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla (322).
Processione offertoriale: 
Ubi caritas et amor (122).
Comunione: 
Mistero della Cena (364); Nulla con te (366).
Congedo: Altissima luce (208)

 

ACCOMPAGNAMENTO
Clicca sull'immagine per ingrandire:

Accompagnamento

Archivio

Vai