6 novembre 2016

Ogni domenica la Chiesa celebra la Pasqua del Signore. Dalla potenza della risurrezione tutto viene trasformato e rinnovato, orientato alla pienezza della Pasqua eterna. La nostra morte è illuminata dalla morte e risurrezione di Cristo che supera i limiti e i condizionamenti dei legami terreni.

DAVANTI AL PADRE ANCHE I MORTI VIVONO

commento
DIO, primo e principale educatore del suo popolo, non ha rivelato immediatamente il mistero della salvezza dell’uomo, ma lo ha progressivamente mostrato attraverso una vera e propria azione pedagogica che inizia nell’Antico Testamento e si compie pienamente nel Nuovo, in Gesù Cristo. Domanda centrale di tutto questo percorso è certamente quella che ruota intorno al destino finale dell’uomo. A questo interrogativo cerca di rispondere la liturgia di questa domenica. Gesù stesso, nel Vangelo di oggi, mostra come questo destino abbia per oggetto una vita eterna che, oltre la morte, gli uomini vivranno in modo profondamente diverso rispetto a quella vissuta sulla terra.
A questa vita eterna si richiama anche la speranza di cui sono intrise le parole della madre dei Maccabei (I Lettura), che diviene ancor oggi, per tutti, un richiamo di fiducia incrollabile nella fedeltà del Signore. Ed è ancora questo destino di vita eterna ed immortale che troviamo espresso nelle parole dell’apostolo Paolo che invita i cristiani di Tessalonica a pregare incessantemente perché «la parola del Signore corra e sia glorificata» (II Lettura).

Guido Colombo, ssp

SAN GREGORIO DI NAREK DOTTORE DELLA CHIESA

Statua di Gregorio di Narek (951-1003). Basilica di San Pietro
IL 12 aprile 2015 è stato proclamato Dottore della Chiesa universale da Papa Francesco san Gregorio di Narek, insigne teologo nato ad Andzevatsik, (allora in Armenia oggi in Turchia), intorno all’anno 950 e morto a Narek (allora Armenia, ora Turchia) nel 1003, maestro spirituale e figura importante di monaco–poeta nella tradizione della Chiesa armena.
Anche se nel “Memoriale” sulla composizione della sua opera, il “Narek” (1002), egli si definisce «prete e religioso, ultimo fra i poeti, minimo fra i teologi » in realtà, la Chiesa lo ha proclamato Dottore per la dottrina, gli scritti e la scienza mistica.
Il Libro delle Lamentazioni, il “Narek” (dal nome del monastero fondato da Anania, prozio materno di Gregorio) è espressione di un colloquio dell’anima con Dio, un salterio per l’uomo di ogni tempo capace di accostarsi con umiltà alla Parola, pronto a sentirsi, come san Gregorio, un “vegliante”.
Nel testo vi è il dramma di chi cerca il «Signore di ciascuno e speranza di tutti » attraverso la meditazione interiore, ne avverte il limite e si affida a “Dio inscrutabile”. Gli Armeni deportati recitavano e cantavano con il libro dei Salmi ed il Narek (raccolta di orazioni liriche, 95 “Parole”).
Il cammino spirituale del Narek non è individuale ma comunitario, la forma corale favorisce la preghiera del popolo di Dio.

Lucia Giallorenzo

6 novembre: GIUBILEO DEI CARCERATI

La misericordia di Dio è davvero senza limiti perché proviene dall’infinito amore che Dio, in Cristo, nutre per tutta l’umanità e che sgorga dal suo cuore di Padre. Per questo la sua realtà può valicare i confini delle mura e delle sbarre di un carcere e comunicarsi a chi, pur privato della libertà, può sentirne i benefici “liberanti” nella propria anima. In questo possiamo vedere il senso profondo del Giubileo dei carcerati voluto da Papa Francesco.

(gc).

La misericordia che perdona

«La misericordia che perdona è una forza mite e possente che rimette la barca sul filo della corrente, che fa ripartire la carovana al levar del sole; non un colpo di spugna sul passato, ma un colpo di vento verso il futuro».

Ermes Ronchi

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, anche oggi ci sono tanti uomini e donne che non credono alla risurrezione di Cristo. Preghiamo il Dio della vita, perché confermi e rinnovi la nostra fede e la nostra speranza.

Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, o Dio della vita.

1. Per la Chiesa, perché nella passione, morte e risurrezione di Gesù, riscopra la fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei viventi. Preghiamo:

2. Per le autorità civili, perché non ostacolino, ma rispettino, e anzi favoriscano, la pratica religiosa sia privata che pubblica. Preghiamo:

3. Per i cristiani che subiscono persecuzione a causa della fedeltà a Cristo, perché il Signore dia loro una consolazione eterna e una forte speranza. Preghiamo:

4. Per questa assemblea liturgica, perché dalla Parola e dalla Eucaristia sappia trarre forza e vitalità spirituale per il cammino della vita. Preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - O Padre, il tuo Figlio Gesù ci ha insegnato che tu sei il Dio dei viventi e non dei morti. Fa’ che testimoniamo con la vita la nostra fede nella risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

XXXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

7 L Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. La sequela di Cristo non concede sconti sulla condotta del discepolo. Nessuna indulgenza con se stesso nel comportamento verso i piccoli; grande disponibilità al perdono verso il fratello; fiducia illimitata verso il Signore. S. Prosdocimo; S. Balbo; S. Ercolano. Tt 1,1-9; Sal 23,1-6; Lc 17,1-6.

8 M La salvezza dei giusti viene dal Signore. Il rigido rapporto supposto nel vangelo tra il padrone e il servo è oggi irritante, ma rimane vero che tra noi e Dio non è pensabile un rapporto alla pari. Mentre Dio non deve nulla all’uomo, l’uomo deve tutto a Dio. S. Goffredo; B. Giovanni Duns Scoto; S. Chiaro. Tt 2,1-8,11-14; Sal 36,3-4.18.23.27.29; Lc 17,7-10.

9 M Dedicazione Basilica Lateranense. Festa (bianco). Un fiume rallegra la città di Dio. L’intolleranza di Gesù verso i profanatori del tempio è motivata dal suo zelo per l’onore divino a suo Padre. Analogo zelo lo dimostrerà il Padre verso il Figlio facendolo risuscitare dai morti. I discepoli allora se ne ricordarono e credettero. S. Elisabetta della Trinità. Ez 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor 3,9c-11, 16-17; Sal 45,2-3.5-6.8-9; Gv 2,13-22.

10 G San Leone Magno, papa e dottore della Chiesa. Memoria (bianco). Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe. La venuta del regno di Dio non è uno spettacolo. Gesù identifica il regno di Dio con se stesso, già presente in mezzo a noi nella sua realtà di “Figlio di Dio”, rifiutato, contestato e ucciso. Il regno di Dio è l’accettazione della sua volontà. S. Oreste; S. Andrea Avellino. Fm 7-20; Sal 145; Lc 17,20-25.

11 V S. Martino di Tours, Vescovo. Memoria (bianco). Beato chi cammina nella legge del Signore. Il regno di Dio non ha un “quando”, e un “dove” particolari. La regalità di Dio si manifesta tanto in un modo clamoroso, come nei giorni di Noè e di Lot, quanto nella vita quotidiana, di giorno o di notte, nella veglia o nel sonno. Dio è sovrano. S. Teodoro Studita; S. Marina. 2Gv 1a.3-9; Sal 118,1-2.10-11.17-18; Lc 17,26-37.

12 S S. Giosafat, vescovo e martire. Memoria (rosso). Beato l’uomo che teme il Signore. Poiché la preghiera alimenta la fede, essa non deve spegnersi mai. I tempi di Dio ci sembrano a volte interminabili. Il Signore lo sa, ma l’attesa della sua risposta è necessaria come la tensione dell’arco, perché la freccia raggiunga la meta prefissa. S. Macario; S. Diego. 3 Gv 5-8; Sal 111,1-6; Lc 18,1-8.

[13 D XXXIII Domenica del T. O. / C (S. Agostina) Ml 3,19-20; Sal 97,5-9; 2 Ts 3,7-12; Lc 21,5-19].

Tarcisio Stramare osj

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Cristo risusciti (171); I cieli narrano (281).
Salmo responsoriale: Modulo: M° G. Liberto; Ritornello: A te, Signore, innalzo l’anima mia (41).
Processione offertoriale: Eccomi (277).
Comunione: Sei tu, Signore, il pane (378); Conducimi tu (271).
Congedo: Cristo, splendore del Padre (175).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


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