Domenica 7 dicembre 2014

Dopo la caduta, Dio non ha lasciato l’uomo senza speranza. Gli ha promesso un Salvatore, che verrà a radunare l’umanità dispersa a causa del peccato. È in Maria che egli realizzerà l’ideale di questa umanità salvata.

COLEI «CHE IL PIANTO D’EVA IN ALLEGREZZA TORNA»

Maria è strumento nelle mani di Dio per il suo piano di salvezza; è discepola in ascolto e in atteggiamento di umile serva del Signore.

Maria è strumento nelle mani di Dio per il suo piano di salvezza; è discepola in ascolto e in atteggiamento di umile serva del Signore.

LA solennità dell’Immacolata ci presenta due letture a confronto: quella della Genesi sul peccato originale (I Lettura) e l’annunciazione a Maria che inaugura la nuova alleanza (Vangelo). Dopo il naufragio del peccato, contestato da Dio, Adamo accusa Eva, e questa il serpente tentatore. Ma ecco un raggio di luce. A Eva che, con Adamo ha scelto un piano alternativo a quello di Dio, si sostituisce una Donna nuova: la Vergine di Nazaret che, nella sua obbedienza al progetto di Dio, è colei – così il poeta Francesco Petrarca (1304-1374) – «che il pianto d’Eva in allegrezza torna». L’annunciazione a Maria, oltre a ripristinare la storia della salvezza, ha valore di svolta: segna l’èra nuova del Regno di Dio. Oggi è festa del recupero della grazia. Infatti è la grazia che preserva la Vergine da ogni traccia di male. San Paolo (II Lettura) delinea un grande disegno di salvezza: i credenti sono chiamati a vivere nello splendore della grazia. In questa solennità ricordiamo Paolo VI, ora beato. Con l’esortazione mariana Marialis Cultus (1974) volle rendere «più vivo e più sentito il legame che ci unisce alla Madre di Cristo e Madre nostra nella comunione dei santi» (MC 29)

Sergio Gaspari, smm

PROFETA

Non chi predice il futuro, ma chi parla a nome di Dio

Portico della Gloria. Mosè con i profeti Isaia, Daniele e Geremia. (Spagna, 1183, Santiago de Compostela).I LIBRI biblici presentano il profeta non come colui che predice il futuro, ma come l’inviato di Dio che, in suo nome, parla al presente, esortando i destinatari della sua predicazione alla fedeltà e all’obbedienza alla Parola del Signore. Gli antichi popoli orientali avevano una “organizzazione profetica” basata sulle capacità umane (conoscenza degli astri e della natura) e su particolari doti (che si manifestavano con “visioni” ed “estasi”) di quanti ne facevano parte. La loro azione e la loro parola erano però a servizio della corte e del tempio: qui essi trovavano protezione e sostentamento. In Israele prevale invece un diverso modo di concepire e di esercitare la profezia: questa deriva direttamente da Dio e non è al servizio di alcun potere (politico o religioso). Il profeta biblico ha la consapevolezza di esistere e di parlare unicamente in nome di Dio (prophètes, in greco, indica “colui che parla in nome di” o “al posto di”, come pure "colui che parla davanti" al popolo). Nella Bibbia leggiamo diversi “racconti di chiamata” che contengono l’investitura del profeta da parte di Dio (Cfr Is 6,1-9; Ger 1,4-10; Ez 2,1-10). In essi si nota, da un lato, l’iniziativa di Dio, che si prende cura del suo popolo suscitando il profeta. Dall’altro, appare la piena disponibilità del chiamato alla missione di profeta (come avviene per Isaia: «Eccomi, manda me», Is 6,8), oppure fa capolino il dubbio (come nella chiamata di Geremia: «Ecco, io non so parlare, perché sono giovane», Ger 6,6), dubbio che però è vinto dalla forza dello Spirito del Signore. Per il contenuto della loro predicazione e per l’epoca in cui sono vissuti, i profeti biblici, oltre a distinguersi in “maggiori” (Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele) e “minori” (i “Dodici profeti minori”), si distinguono anche in profeti prima dell’esilio, profeti dell’epoca dell’esilio, profeti del dopo esilio. I primi esortano il popolo alla fedeltà a Dio per non incorrere nella punizione dell’esilio. I secondi tengono viva, nel popolo in esilio (dal 586 al 538 a.C.), la speranza del ritorno, che avverrà come un secondo esodo. I profeti del dopo esilio esortano il popolo alla ricostruzione spirituale e materiale e preparano la venuta del Messia.

Portico della Gloria. Mosè con i profeti Isaia, Daniele e Geremia. (Spagna, 1183, Santiago de Compostela).

Primo Gironi, biblista

VERSO IL SANTO NATALE

Accanto all’albero di Natale sia allestito il Presepio.

Accanto all’albero di Natale sia allestito il Presepio.

NATALE è una festa di famiglia. In casa è bello allestire il presepe, rappresentazione visiva del Mistero del Figlio di Dio che si fa uomo e viene fra noi. Avvertiamo la tenerezza di un Bambino che nasce povero e disarmato, chiedendo di essere accolto nel nostro cuore. Egli nasce in una grotta perché «per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,7). Il nostro pensiero corre a quelle persone che non hanno casa, non hanno lavoro, non hanno sicurezze. Il Natale va vissuto nell’intimità della casa, ma non nella chiusura egoistica. Il cammino dei pastori che si recano alla grotta di Betlem rappresenta il cammino di fede di tutti noi. Seguiamo i pastori che «andarono senza indugio» da Gesù, Lo trovarono, videro con gli occhi della fede, «se ne tornarono glorificando e lodando Dio» (Cfr Lc 2,8-20). Come i pastori, anche i Magi cercano e trovano Gesù Bambino. Si prostrano davanti a Lui e gli offrono i loro doni. La tradizione natalizia di scambiarci i doni (deposti accanto al presepe o sotto l’albero di Natale) è originata dalla gioia di aver ricevuto il grande Dono che è Gesù. Dare i nostri doni ai poveri, nei quali Gesù rivive, è il nostro povero ricambiare il Dono ricevuto. Come nella famiglia, il presepe viene allestito anche nella Parrocchia, che è la famiglia delle famiglie. E qui l’esperienza di fede viene vissuta nella dimensione comunitaria, nella condivisione, nella comunione ecclesiale, nella luce e nella gioia del Vangelo.

Mons. Giuseppe Greco

DON GIUSEPPE MOROSINI

Dopo il seminario studiò al Collegio Leoniano di Roma e al Collegio Alberoni di Piacenza. Ordinato sacerdote nel 1937, allo scoppio della guerra fu arruolato come tenente cappellano e nei paesi di Abruzzo e della Sabina aiutò i partigiani. Arrestato dalla Gestapo, nonostante l’intervento di Pio XII presso Hitler, a Forte Bravetta il 3 aprile 1944 fu fucilato. L’aurora che sorge sui colli di Roma appare più rossa, perché tinta del sangue di un martire, don Morosini, luminosa figura di soldato di Cristo e della Patria.

Antonio Molfese, medico giornalista. antonio.molfese at tin.it

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, nell’immacolato concepimento di Maria è annunciata la piena vittoria del bene sul male, della santità sul peccato. Con questa fede invochiamo l’aiuto del Signore.

Fiduciosi nell’intercessione di Maria, diciamo insieme:

A - Accogli, Signore, la nostra supplica.

1. Per l’intercessione di Maria, sia la Chiesa strumento di gioia e di speranza per l’intera umanità. Preghiamo.

2. Per l’intercessione di Maria, si impegnino i responsabili dei popoli e delle nazioni ad agire sempre in difesa del creato e a favore dei più deboli. Preghiamo.

3. Per l’intercessione di Maria, quanti soffrono per la mancanza di salute, per la solitudine o per qualsiasi forma di emarginazione possano sempre trovare motivi per credere e sperare. Preghiamo.

4. Per l’intercessione di Maria, i bambini che si aprono alla vita di questo mondo possano godere di un mondo meno inquinato dal peccato, origine di tutti i mali. Preghiamo.

5. Per l’intercessione di Maria, ciascuno di noi possa accogliere la parola di Dio e trasformarla in testimonianza viva della presenza di Cristo. Preghiamo.

Intenzioni della comunità locale.

C - Volgi il tuo sguardo, Signore, su questa umanità ferita dal peccato e, per intercessione di Maria, vieni in nostro aiuto con la forza risanatrice del tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI:
da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei 2009.
Inizio: Vergine dell’annuncio (225); Innalzate nei cieli (51).
Salmo responsoriale: Modulo: M° A. Parisi;
Ritornello: Cantate al Signore (262).
Processione offertoriale: Signore, vieni (58).
Comunione: Quanta luce sul mondo (53); Sole a levante (59).
Congedo: Acqua di fonte cristallina (207).Innalzate nei cieli (51); Vieni, Signore Gesù (64).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento

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