18 gennaio 2015

Il Vangelo odierno ci parla della chiamata di quattro discepoli, che incontrano Gesù. La chiamata può giungere in molti altri modi: il desiderio di conoscere meglio Dio, l'essere colpiti da uno sguardo, da un esempio... Ma non basta. L’ultima parola, infatti, spetta all’autorità della Chiesa. – Oggi si celebra la 101ma Giornata Mondiale per i Migranti e i Rifugiati.

ABBIAMO TROVATO IL MESSIA, CIOÈ IL CRISTO

Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa

Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa

NELLA prima lettura Samuele confonde la voce di Dio con quella di Eli. Non è questi, ma Dio a chiamarlo. Per capirlo Samuele ha comunque bisogno di Eli, che lo aiuta a discernere la parola di Dio e lo educa ad assumere i giusti atteggiamenti per ascoltarla e obbedirle. L’esperienza di Dio è sempre personale, ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni e ci introduca in essa. La stessa cosa accade nel Vangelo. Andrea e il suo compagno vivono un incontro personale con Gesù, espresso con l'immagine stupenda del dimorare con lui nella stessa casa. Anche Pietro vive l’esperienza personale dello sguardo di Gesù che si posa su di lui e lo trasforma. Eppure hanno tutti bisogno della fede di qualcun altro che consegni la loro vita all'incontro con Gesù: i primi due discepoli ascoltano la testimonianza del Battista; Pietro quella del fratello Andrea. Come ricorda Paolo (II Lettura), ciascuno di noi è, nel suo corpo, tempio dello Spirito. Ecco l'esperienza personale! Nello stesso tempo siamo chiamati a divenire membra dell’unico corpo di Cristo. Ecco la dimensione comunitaria della fede!

Fr. Luca Fallica, Comunità SS.ma Trinità di Dumenza

“CHIESA SENZA FRONTIERE”

ANSA/MARINA MILITARE

Foto ANSA/MARINA MILITARE

QUEST’ANNO la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha per tema: Chiesa senza frontiere, madre di tutti. Sull’esempio di Papa Francesco, pellegrino a Lampedusa, l’isola testimone della sofferenza e della morte, della speranza di tanti migranti, le nostre comunità cristiane, in Sicilia soprattutto e in tutta Italia, attraverso l’accoglienza, la solidarietà e la condivisione, hanno testimoniato la maternità della Chiesa. Le migrazioni aiutano oggi a costruire nuove relazioni, fraterne e a sperimentare la nota della cattolicità, l’universalità della Chiesa non solo sul piano dell’evangelizzazione, ma anche della testimonianza, superando il rischio di chiusura, indifferenza, intolleranza: «E quando i muri crescono – ricordava Papa Francesco all’udienza del 24 settembre 2014 – è tanto difficile la riconciliazione. Io ho paura di questi muri che crescono ogni giorno e favoriscono i risentimenti. Anche l’odio. Il Signore ci dia la gioia di fare ponti con gli altri, non muri». Nella sua maternità, la Chiesa – ricorda il Concilio Vaticano II – «incorpora e avvolge con il proprio amore e con le proprie cure» i suoi figli (Lumen gentium, 14), aiutando i cristiani da una parte a sentirsi pellegrini, in cammino e dall’altra a sentirsi a casa in ogni parte del mondo.

Mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale Migrantes

Per informazioni: Fondazione Migrantes, Via Aurelia, 796, 00165 Roma, tel. 0666179030,

www.migrantes.it

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, ci sono nella vita incontri decisivi che orientano tutta l’esistenza. Preghiamo perché i cristiani, che hanno già incontrato Cristo, si impegnino a servirlo con delicatezza e carità sincera nella persona dei fratelli.

Lettore - Preghiamo insieme e diciamo:

A - Ascoltaci, o Signore.

1. Per la Chiesa che oggi celebra la Giornata Mondiale per i migranti e i rifugiati, affinché sia riservata a loro una accoglienza appropriata alla dignità umana, nel rispetto della sicurezza reciproca e della legalità, preghiamo.

2. Per i cristiani: perché in questa giornata del migrante e del rifugiato, sempre di più siamo motivati ad accogliere, aiutare queste persone spesso perseguitate per la loro fede, a livello personale e comunitario, preghiamo.

3. Per i malati e i sofferenti nel corpo e nello spirito: perché anch’essi rispondano prontamente alla chiamata a saper patire e offrire se stessi con Cristo, medico delle anime e dei corpi, preghiamo.

4. Per la nostra comunità parrocchiale, che, di domenica in domenica, ascolta la parola di Dio: perché tale parola la tocchi in profondità, portandola ad interrogarsi sul valore della nostra esistenza, preghiamo.

Intenzioni della comunità locale.

C - Signore, tu chiami ognuno per una missione personale. Donaci la gioia di compiere fino in fondo il nostro dovere, sempre uniti a te nell’amore. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

A - Amen.

SETTIMANA DI PREGHIERA per l’unità dei cristiani 2015

18 - Primo giorno - PROCLAMAZIONE: Perciò doveva attraversare la Galilea (Giovanni 4,4). Genesi 24,10-33: Abramo e Rebecca al pozzo; Salmo 42/41,1-11: La cerva che cerca il corso dell'acqua; 2Corinzi 8,1-7: La generosità delle Chiese di Macedonia; Giovanni 4,1-4: Perciò Gesù doveva attraversare la Samaria.

19 - Secondo giorno - DENUNCIA I : Gesù era stanco di camminare e si fermò, seduto sul pozzo (Giovanni 4,6). Genesi 29,1-14: Giacobbe e Rachele al pozzo; Salmo 137/136,1-9: Come cantare i canti del Signore in terra straniera?; 1Corinzi 1,10-18: Uno di voi dice: «Io sono di Paolo», un altro: «Io di Apollo»; Giovanni 4,5-6: Gesù era stanco di camminare.

20 - Terzo giorno - DENUNCIA II: «Non ho marito» (Giovanni 4,17). 2Re 17,24-34: La Samaria viene conquistata dall'Assiria; Salmo 139/138,1-12: Signore, tu mi scruti e mi conosci; Romani 7,1-4: Voi siete morti nei confronti della legge di Mosè, perché siete stati uniti a Cristo; Giovanni 4,16-19: «Non ho marito».

21 - Quarto giorno - RINUNCIA I: Intanto la donna aveva lasciato la brocca dell'acqua (Giovanni 4,28). Genesi 11,31- - 12,4: Dio promette ad Abramo un popolo numeroso e lo benedice; Salmo 23/22,1-6: Il Signore è il mio pastore; Atti 10,9-20: Non devi considerare impuro quello che Dio ha dichiarato puro; Giovanni 4,25-28: Intanto la donna aveva lasciato la brocca dell’acqua.

22 - Quinto giorno - ANNUNCIO: «Tu non hai un secchio e il pozzo è profondo» (Giovanni 4,11). Genesi 46,1-7: Dio dice a Giobbe: «Non avere paura di andare in Egitto»; Salmo 133/132,1-4: Come è bello che i fratelli vivano insieme; Atti 2,1-11: Il giorno della Pentecoste; Giovanni 4,7-15: «Tu non hai un secchio e il pozzo è profondo».

23 - Sesto giorno - TESTIMONIANZA: Gesù disse: «L’acqua che io gli darò, diventerà in lui sorgente che dà la vita eterna» (Giovanni 4,14). Esodo 2,15-22: Mosè al pozzo di Madian; Salmo 91/90,1-16: Il canto di coloro che trovano rifugio in Dio; 1Giovanni 4,16-21: L’amore perfetto caccia via la paura; Giovanni 4,11-15: «Una sorgente che dà la vita eterna».

24 - Settimo giorno - TESTIMONIANZA: Gesù le dice: «Dammi un po’ d’acqua da bere» (Giovanni 4,7.15). Numeri 20,1-11: Gli Israeliti a Meriba; Salmo 119/118,10-20: «Non dimenticherò le tue parole»; Romani 15,2-7: «Dio vi dia la capacità di vivere d’accordo tra voi»; Giovanni 4,7-15: «Dammi un po’ d’acqua da bere».

25 - Ottavo giorno - TESTIMONIANZA: Molti credettero in Gesù per la testimonianza della donna (Giovanni 4,39-40). Esodo 3,13-15: Mosè al roveto ardente; Salmo 30/29,1-13: Il Signore ci riporta alla vita; Romani 10,14-17: «Che gioia quando arrivano quelli che portano buone notizie!»; Giovanni 4,27-30. 39-40: Molti credettero in Gesù per la testimonianza della donna.

(Per gentile concessione del Centro Pro Unione - Roma e della Editoriale Paoline Roma).

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI:
da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei 2009.
Inizio: Cristo Gesù, Salvatore (273); Chi mi seguirà (79).
Ritornello al Salmo responsoriale del M° C. Carena; Oppure: Rit. comune: L’anima mia desidera (200).
Processione offertoriale: Signore, non son degno (97).
Comunione: Eccomi (277); Tu percorri con noi (307).
Congedo: Gioia del cuore (279).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento

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