18 Febbraio

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. Oggi ricorre la 97a Giornata missionaria (colletta obbligatoria).

Nel deserto, un'alleanza di pace

Il deserto è luogo di aridità e solitudine dove emerge dall’abisso del cuore la realtà che lo abita. Sospinto (letteralmente: «scacciato») dallo Spirito nel deserto, Gesù sperimenta nella sua umanità l’azione tentatrice di Satana; ma proprio qui Dio intesse con le pieghe più profonde dell’umano un patto di eterna amicizia.

Al racconto scarno del Vangelo di Marco fa da sfondo la “colonna sonora” di una silenziosa vittoria: in Cristo tentato che «stava con le bestie selvatiche», servito dagli angeli, è ristabilita l’armonia cosmica distrutta dal peccato del primo uomo nel giardino delle origini. L’umanità è riconciliata con Dio.

Cristo, infatti, è l’arcobaleno posto tra il cielo e la nostra terra (I Lettura). Le acque del diluvio simboleggiano quelle del battesimo (II Lettura), l’esperienza pasquale primordiale della nostra vita, dove siamo stati incorporati a Cristo che ha redento tutto di noi, senza scartare nulla. Questa alleanza ci rende capaci di convertirci all’amore e credere nella forza trasformante del Vangelo, perché ogni deserto diventi giardino.

Sorelle Clarisse, Monastero Immacolata Concezione - Albano L. (RM)

Siamo tentati per scegliere l’amore del Padre

La Bibbia si apre sorprendentemente con un racconto di tentazione, che vede protagonista la prima coppia umana, Adamo ed Eva (Gen 3,1-7). E il Vangelo si apre allo stesso modo: «Gesù fu sospinto nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni tentato da Satana» (Mc 1,12-13). Anche la nostra esistenza sperimenta la tentazione, che mette alla prova la libertà di acconsentirle o di non assecondarla.

La tentazione rivela la vulnerabilità della nostra condizione umana, dovuta alla presenza del peccato e delle sue conseguenze. Affrontare la tentazione è come un confrontarsi con Dio. Infatti, nella tentazione veniamo messi di fronte alla scelta tra la fiducia o il dubbio verso Dio. È stato così per la prima coppia nel giardino di Eden, dove la scelta è stata per il dubbio verso Dio, mentre per Gesù tentato nel deserto la scelta è stata per la fiducia filiale verso il Padre. Per questo Gesù ti insegna a chiedere con fiducia al Padre di esserti vicino e di non permetterti di entrare e di cadere nella tentazione (Mt 6,13).

Il Padre infatti conosce tutto di te: «Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo… ti sono note tutte le mie vie» (Sal 139,1-2). Il Padre sa che sei stato plasmato dalle sue mani: «Le tue mani mi hanno fatto e plasmato» (Sal 119,73) e non permetterà che tu vada perduto quando vieni messo alla prova con la tentazione. Se vinci la tentazione, ringrazia il Padre che ti sostiene nel tuo desiderio di affidarti solo a lui. Se cedi, dal fondo della tua caduta tendi la mano alle mani del Padre, che ti sollevano e ti rialzano. Quando confessi il peccato della tua caduta nella tentazione, credi nel perdono del Padre e anche tu perdona te stesso e la tua fragilità.

La grazia di questo perdono ti fa versare le stesse lacrime di Pietro perdonato dal Maestro, da lui rinnegato (Mt 26,75). Se dubiti del perdono ricevuto, se acconsenti agli scrupoli che ti portano a ripetere sempre nella confessione i peccati del tuo passato, guarda con fiducia il tuo Signore, trafitto e risorto per te: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (Gv 19,37). Giuda, invece, che ha rivolto lo sguardo solo su sé stesso e sul suo peccato, ha sperimentato l’angoscia del disperato e la tragica solitudine della morte.

don Primo Gironi, ssp, biblista

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, nella pace del Cristo vittorioso sulle forze del male e sul peccato, ci rivolgiamo con fiducia al Padre della grazia.

Lettore - Chiediamo insieme: Guidaci, Padre, con il tuo Spirito.

1. Per la Chiesa, popolo di Dio in cammino nel deserto di questo tempo, chiamato a testimoniare fra le prove della vita la speranza della gioia pasquale, noi ti preghiamo:
2. Per quanti hanno responsabilità di governo; per i popoli oppressi dalla miseria e dai regimi dittatoriali; per i Paesi che non vedono riconosciuti i loro diritti, noi ti preghiamo:
3. Per i catecumeni, che si preparano a ricevere i sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia, e per quanti, mossi dalla grazia, iniziano un sincero cammino di conversione, noi ti preghiamo:
4. Per i carcerati, per quanti vivono situazioni di disagio interiore e faticano a riconciliarsi con le ferite della loro storia, noi ti preghiamo:
5. Per noi e per tutti i cristiani, chiamati a vivere e a testimoniare con gioia il mistero pasquale di Gesù Cristo, noi ti preghiamo: Intenzioni della comunità locale.

C - Padre della vita, che a ogni uomo e donna provati nella tentazione non fai mancare il sostegno del tuo Spirito, donaci la forza di perseverare per rimanere nel tuo amore.

Per Cristo nostro Signore.
A - Amen.

Calendario liturgico: (19-25 febbraio 2024)

19 L Le tue parole, Signore, sono spirito e vita. Dio considera come fatto a lui tutto quanto facciamo per amore. Nulla va perduto. S. Mansueto; S. Proclo; S. Corrado Confalonieri. Lv 19,1-2.11-18; Sal 18; Mt 25,31-46.

20 M Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce. Per pregare non occorre sprecare parole: è sufficiente rimanere in relazione con il Padre. S. Eucherio; S. Leone di Catania; S. Giacinta Marto. Is 55,10-11; Sal 33; Mt 6,7-15.

21 M Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto. A coloro che cercano segni eclatanti, Gesù ne presenta uno opposto: la sua morte in croce. S. Pier Damiani; B. Maria Enrica Dominici. Gn 3,1-10; Sal 50; Lc 11,29-32.

22 G Cattedra di S. Pietro ap. (f, bianco). Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Pietro può essere la roccia su cui il Cristo edifica la sua Chiesa, perché la vera roccia, la pietra d’angolo, è Cristo stesso. S. Pascasio; S. Margherita da C. 1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19.

23 V Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere? Gesù porta a compimento la legge di Mosè con la radicalità che l’amore esige. S. Policarpo; S. Giuseppina Vannini; B. Nicola Tabouillot. Ez 18,21-28; Sal 129; Mt 5,20-26.

24 S Beato chi cammina nella legge del Signore. Il primo ge- sto d’amore è pregare per l’altro. È così che possiamo amare anche i nemici. S. Modesto; B. Costanzo Servoli; B. Tommaso M. Fusco. Dt 26,16-19; Sal 118; Mt 5,43-48.

25 D II domenica di Quaresima / B. II sett. di Quaresima - II sett. del Salterio. S. Nestore; S. Cesario. Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc 9,2-10.

Elide Siviero

Salmo

PROPOSTE PER I CANTI: da Nella casa del Padre, ElleDiCi, 5a ed. 

Inizio: Tu sei come roccia (745); Soccorri i tuoi figli (500). Salmo responsoriale: M° S. Militello;
oppure: Solleviamo i nostri occhi al Signore (133). Processione offertoriale: Quanta sete nel mio cuore (705).
Comunione: Passa questo mondo (702); Tu sei la mia vita (732).
Congedo:Lieta armonia (581).

 


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