17 Novembre
Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. Oggi ricorre la 97a Giornata missionaria (colletta obbligatoria).
Un nuovo cammino di salvezza
Siamo nel contesto della conclusione dell’anno liturgico e nelle celebrazioni e feste che caratterizzano questo tempo possiamo vedere come l’immagine di un mondo che sta finendo e sul quale il Signore pronuncia il suo giudizio. Il Vangelo descrive tutto questo con il linguaggio popolare di impressionanti fenomeni, cari alla tradizione biblica: «Il sole si oscurerà, le stelle cadranno dal cielo, le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte». Questo può essere visto anche come il momento in cui il Signore traccia alle nostre comunità, per il nuovo anno liturgico che inizieremo, il cammino della salvezza, che le conduce “alla vita eterna”, e il cammino della conversione, che le preserva “dalla vergogna” della condanna (I Lettura). Sarà il tuo cammino e il cammino della tua comunità. Quanto all’affermazione che neppure il Figlio conosce il momento della fine del mondo («Quanto a quel giorno… nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, eccetto il Padre»), essa vuole indicare che lo svelare questa fine non rientra nella missione di Gesù, ma spetta solo al Padre. È lui il Signore del tempo e della storia. Lui solo ne conosce l’inizio e la fine.
don Primo Gironi, ssp, biblista
La preghiera di intercessione: il perfetto equilibrio di due amori
«Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi» (Gv 17,9). Sono le parole di Gesù agli Apostoli nella notte dell’ultima Cena. Prima d’essere consegnato ai peccatori e di consumare la sua dolorosa passione, Gesù ci raccomanda al Padre, prega per noi.
È la preghiera di intercessione, quella supplica, che ci pone allo stesso tempo in comunione con Dio e con il prossimo; la forma più concreta, profonda e sublime della compassione nel suo senso più autentico di far proprie le sofferenze dei fratelli. Pochi autori, come il poeta contadino Gustave Thibon, hanno saputo esprimerne meglio l’enorme ricchezza teologica, e lo possiamo constatare in questo suggestivo passaggio del suo libro Il pane di ogni giorno: «Pregherò per te. Ho mai udito parola umana che giunga da più lontano? Giunge dalla confluenza di Dio e dell’uomo.
Tu rispondi di me davanti a Colui che è tutto e che è anche me stesso. La preghiera per il prossimo è come un aspetto inverso del martirio: la preghiera fa dell’uomo che prega un testimonio, la cauzione di un altro uomo davanti a Dio. Sei più vicino a me di quanto lo sia io stesso, perché sei tra Dio e me. Sei come un baluardo innalzato contro la sua giustizia e un varco aperto sul suo amore». Dopo queste suggestive parole, con cui riconosce e descrive l’ardita posizione assunta da colui che prega per l’altro, Thibon prosegue: «Nel cuore della dolce e mortale lotta tra l’uomo e la sua fonte, tu combatti al mio posto. Il tuo amore temerario si è infiltrato nella scissura stessa che mi separa dal centro, nel vuoto scavato dalla mia ribellione e dalla mia viltà. Tra quali pietre hai posto la tua anima! Sembri volgermi il dorso e invece il tuo volto è esposto, per me, ai colpi diretti, ai richiami dell’ignoto; non mi parli, ma parli di me al silenzio».
E qui l’Autore, dopo aver descritto la preghiera “per l’altro” come una drammatica lotta, apre finalmente uno squarcio sulla “verità” del momento: «Pregare per qualcuno è come aderire, al tempo stesso, a Dio e all’uomo, è come realizzare il perfetto equilibrio tra questi due amori».
Maria Pamela Barsotti
Preghiera dei fedeli
C - Fratelli e sorelle, fra le incognite e le paure del mondo siamo chiamati ad attendere con serena speranza il ritorno del Signore. Testimoniamo sin d’ora la nostra fede e speranza con gesti di carità e con l’attenzione ai poveri.
Lettore - Ripetiamo a ogni invocazione: Vieni, Signore Gesù. – Per il Papa, i vescovi, i presbiteri a cui è affidata la cura del popolo di Dio:
– Per i missionari, i consacrati e tutti gli annunciatori del Vangelo:
– Per i poveri, per chi è nella sofferenza, nella solitudine, nella malattia:
– Per chi necessita di aiuto, di sostegno, di fraterna vicinanza:
– Per i governanti, per quanti operano per il benessere e la dignità dei popoli:
– Per quanti lavorano perché la pace di Cristo regni tra le nazioni:
– Per chi soffre per la morte di parenti o amici:
– Per le famiglie, quelle serene e quelle che vivono sofferenze e divisioni:
– Per la nostra comunità, per i bambini, i giovani, i padri e le madri, gli anziani e i nonni: Intenzioni della comunità locale.
C - Signore Gesù, accogli la nostra preghiera. Insegnaci a vivere l’attesa del tuo glorioso ritorno nel fedele adempimento del comandamento dell’amore. Fa’ che sappiamo sempre onorare il Dio in cui crediamo nel fratello che incontriamo, nel povero, nel sofferente, nello straniero. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
A - Amen.
Calendario liturgico: (18-24 novembre 2024)
18 L
Al vincitore darò da mangiare dall’albero della vita. È la fede che ci consente di vedere nel profondo e di riconoscere il mistero.
Dedic. Basiliche dei Ss. Pietro e Paolo ap. (mf)
Ap 1,1-5a; 2,1-5a; Sal 1; Lc 18,35-43.
19 M
Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono. Come Zaccheo, dobbiamo tradurre in gesti concreti e credibili la fede che professiamo.
S. Barlaam; S. Simone eremita; B. Giacomo Benfatti.
Ap 3,1-6.14-22; Sal 14; Lc 19,1-10.
20 M
Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente. Questo è il tempo dell’attesa. Verrà il giorno in cui Dio ci chiederà conto di come abbiamo impiegato i doni ricevuti.
S. Teonesto; S. Edmondo; B. Maria Fortunata Viti.
Ap 4,1-11; Sal 150; Lc 19,11-28.
21 G - Presentazione della B.V. Maria (m, bianco)
Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti. Cristo piange non per la sua sorte, ma per quella di chi non l’ha accolto.
S. Agapio; S. Gelasio I.
Ap 5,1-10; Sal 149; Lc 19,41-44.
22 V - S. Cecilia (m, rosso)
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse! Anche oggi il Signore ci accoglie nella sua casa. Non anteponiamo nulla alla preghiera.
S. Benigno; Bb. Salvatore Lilli e c.
Ap 10,8-11; Sal 118; Lc 19,45-48.
23 S
Benedetto il Signore, mia roccia. Cristo annuncia la vita del mondo futuro, una vita dentro quella del Dio eterno.
S. Clemente I (mf); S. Colombano (mf); B. Margherita di Savoia.
Ap 11,4-12; Sal 143; Lc 20,27-40.
24 D - N.S. Gesù Cristo Re dell’Universo / B (s, bianco)
XXXIV sett. del T.O. - II sett. del Salterio. Ss. Andrea Dung-Lac e c.; S. Firmina.
Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33b-37.
E. Siviero
Salmo
PROPOSTE PER I CANTI: da Nella casa del Padre, ElleDiCi, 5a ed.
Inizio: Cristo Gesù, Salvatore (633); Tu, quando verrai (451).
Salmo responsoriale: M° S. Militello; oppure: L’anima mia ha sete (104).
Processione offertoriale: Quanta sete nel mio cuore (705).
Comunione: Passa questo mondo (702); Terra promessa (735).
Congedo: Gioia del cuore (648).