10 Novembre

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. Oggi ricorre la 97a Giornata missionaria (colletta obbligatoria).

 
 
 

Ha dato più di tutti gli altri

Due povere vedove sono oggi le protagoniste della liturgia della Parola. La vedova di Sarepta, scegliendo di dare da mangiare al profeta, dimostra una grande fede (I Lettura). Preparando prima la focaccia per l’uomo di Dio e poi per sé stessa e per il figlio, mette Dio al primo posto. La sua fede viene premiata perché «la farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì». La vedova del Vangelo, sebbene doni una somma di denaro molto inferiore a tutti gli altri, non si priva del superfluo ma di tutto quello che ha: confida semplicemente in Dio e attende da lui sostegno e salvezza. La donna è lodata da Gesù perché ella è certa che il vero tesoro, che tarma e ruggine non consumano (Mt 6,19), è la relazione con il Signore che si può realizzare solo facendo le sue stesse scelte di autodonazione. La nostra donazione è gradita al Signore se siamo disposti a “lasciare” qualcosa di importante, a rinunciare e a offrire la nostra rinuncia a Dio come ha fatto lui. Modello sublime di donazione è, infatti, il Signore Gesù che ha offerto sé stesso, immolandosi per noi quale vero agnello pasquale (II Lettura).

don Antonio Sozzo

La preghiera di ringraziamento

Tra le dimensioni della preghiera cristiana eccelle quella del rendimento di grazie, espressione che traduce la ricchezza del termine greco eucharistía con il quale si indica generalmente la santa Messa. In ogni celebrazione eucaristica si rende grazie a Dio per il suo infinito amore, per il dono della vita e della salvezza, per il creato e la costante provvidenza, per tutto ciò che la grazia di Dio elargisce per il nostro vero bene.

Questo ringraziamento deve dunque estendersi anche fuori della celebrazione eucaristica, in ogni circostanza e stagione della vita, pure in quelle situazioni che apparentemente contrastano con la nostra umana sensibilità di saper dire grazie (malattia, dolore, ingiustizie…), in quanto il vero motivo di ogni ringraziamento si trova nel cuore di Dio che conosce ogni cosa. Così, la tradizione cristiana ci fa ringraziare tutti i giorni con la preghiera del mattino e della sera, prima e dopo i pasti, nel lavoro e nel riposo.

Dire “grazie” (dal greco cháris) è pure espressione di “carità”, frutto dell’amore di Dio per noi e forza che ci sostiene nella comune testimonianza della sua bontà. Il ringraziamento, infatti, è all’origine della testimonianza cristiana che esprimiamo anche nelle formule della preghiera, attraverso la lode per i benefici ricevuti e la fiducia nella continua presenza di Dio.

La preghiera di ringraziamento, dunque, ci educa, ci trasforma, è antidoto al rischio di ripiegarci su noi stessi, è balsamo sulle nostre ferite, è consolazione che ci libera dal pessimismo, è stimolo a trovare sempre motivi di speranza. Tra le preghiere più note vi è quella del Ti adoro del mattino e della sera, orazione da riproporre per riaffermare i motivi del ringraziamento e il nostro dovere della gratitudine a Dio.

don Giuseppe Militello

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, come la povera vedova gettiamo nel tesoro del cuore di Dio la nostra umile preghiera.

Lettore - Diciamo insieme: Ascoltaci, o Signore.

1. Per la Chiesa: sia sempre luogo di accoglienza e di comunione in cui tutti facciano esperienza dell’amore di Dio. Preghiamo:
2. Per le autorità civili: ispirate dal Vangelo soccorrano coloro che si trovano in situazioni di povertà e di indigenza, perseguendo sempre il bene delle persone a loro affidate. Preghiamo: 3. Per coloro che si sentono chiamati a una speciale consacrazione: donino sé stessi con generosità, certi che il Signore Dio li ricolmerà con il suo amore e la sua gioia. Preghiamo:
4.4. Per la nostra comunità: trasformata dal Cristo eucaristico, diventi sempre più attenta ai bisogni umani e spirituali di ogni fratello e sorella che bussa alla sua porta. Preghiamo: Intenzioni della comunità locale.

C - Ascolta, o Padre, la nostra preghiera. Manda il tuo santo Spirito affinché con il tuo aiuto possiamo realizzare quanto attendi da ciascuno. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

Calendario liturgico: (11-17 novembre 2024)

11 L - S. Martino di Tours (m, bianco)
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. Perdonare il fratello è la condotta di chi, per primo, si sente perdonato da Dio.
S. Teodoro Studita; S. Marina di Omura.
Tt 1,1-9; Sal 23; Lc 17,1-6.

12 M - S. Giosafat (m, rosso)
La salvezza dei giusti viene dal Signore. Quando Dio premia un nostro lavoro, in realtà corona in noi la maestà del suo dono (S. Agostino).
S. Macario; S. Diego.
Tt 2,1-8.11-14; Sal 36; Lc 17,7-10.

13 M
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Solo il lebbroso guarito che torna da Gesù riceve la guarigione completa: quella del corpo e quella dell’anima.
S. Imerio; S. Omobono; S. Agostina L. Pietrantoni.
Tt 3,1-7; Sal 22; Lc 17,11-19.

14 G
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe. Non sta a noi conoscere il futuro. In realtà è già tra noi, è il regno di Dio che cresce.
S. Teòdoto; S. Rufo; B. Maria Luisa Merkert.
Fm 7-20; Sal 145; Lc 17,20-25.

15 V
Beato chi cammina nella legge del Signore. Il cristiano non può vivere senza la consapevolezza degli inviti del Signore a farsi trovare pronto per la sua venuta.
S. Alberto Magno (mf); S. Sidonio; S. Leopoldo il Pio.
2Gv 1a.3-9; Sal 118; Lc 17,26-37.

16 S
Beato l’uomo che teme il Signore. Dobbiamo essere come la vedova: tenace perché certa che solo da quel giudice può arrivare la salvezza.
S. Margherita di Scozia (mf); S. Geltrude di Helfta (mf).
3Gv 5-8; Sal 111; Lc 18,1-8.

17 D - XXXIII Domenica del T.O. / B. XXXIII sett. del T.O. - I sett. del Salterio
S. Elisabetta di Ungheria; S. Aniano.
Dn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32.
Elide Siviero

Salmo

PROPOSTE PER I CANTI: da Nella casa del Padre, ElleDiCi, 5a ed.

Inizio: Mio Signore, gloria a te! (554); Cristo Gesù, Salvatore (633).
Salmo responsoriale: M° S. Militello; oppure: Beati i puri di cuore (134).
Processione offertoriale: Ubi caritas et amor (755).
Comunione: Tu sei la mia vita (732); Mistero della cena (678).
Congedo: O Maria santissima (586).

Sussidio Musicale Digitale in omaggio con La Domenica

 

Archivio

Vai