28 ottobre 2018

Gesù è l’unico mediatore tra l’umanità peccatrice e Dio Padre. Se Dio nei tempi antichi ha liberato il suo popolo, Gesù, come nella guarigione dell’uomo cieco, libera tutti noi dal male più grave, che è il peccato.

DISSERO AL CIECO: «CORAGGIO, TI CHIAMA!»

Commento - Disegno: Stefano Pachì
IL profeta Geremia annunzia al suo popolo in esilio che il Signore «lo ha salvato», ponendo fine alla sua schiavitù. Dio stesso lo radunerà dall’estremità della terra, dove si trova disperso; lo ricondurrà in patria, lo riporterà tra le consolazioni. Nessuno dovrà preoccuparsi: né il cieco, né lo zoppo, né la partoriente. Costoro lungo la strada non troveranno inciampi. Dio è un padre per Israele! (I Lettura).
Il Vangelo ci insegna che Gesù non lascia per strada nessuno. Dio stesso lo ha solennemente costituito per sempre “Sommo sacerdote” per il bene degli uomini, in grado di sentire giusta compassione per la loro debolezza e di offrire addirittura se stesso in sacrificio per tutti i loro peccati (II Lettura).
Che cosa ci insegna il cieco Bartimeo, che sedeva lungo la strada a mendicare? Al sentire che passava Gesù, non si lascia sfuggire l’occasione e grida a squarciagola: «Gesù, abbi pietà di me!». Il successo è garantito, perché Gesù dà ordine di chiamarlo e gli ridona la vista. È stata la sua fede a salvarlo, afferma Gesù. Sarà ancora la fede a fare di lui un discepolo (Vangelo).

P. Tarcisio Stramare, osj.

GESÙ, «PANE DELLA VITA»

TROVIAMO nel Vangelo secondo Giovanni alcune espressioni con le quali Gesù ama definire se stesso e che si possono considerare uno sviluppo della sua rivelazione come “Io Sono”.
Definendosi «Io sono il pane della vita», «Io sono la luce del mondo», «Io sono la via, la verità e la vita», «Io sono la vite vera», Gesù rivela che egli è in assoluto ciò che queste immagini significano nell’esperienza di ogni uomo. Le presenteremo in questa loro successione.
«Io sono il pane della vita» (Gv 6,34.48) è la definizione che Gesù dà di se stesso nella catechesi sull’Eucaristia, racchiusa nel capitolo 6 del Vangelo secondo Giovanni.
Gesù presenta il suo corpo e il suo sangue come nutrimento spirituale di cui l’uomo non può fare a meno per avere la vita. La vita è intesa non in senso biologico, materiale (come indica il termine greco bìos), ma nella sua dimensione profonda, spirituale, chiamata alla comunione con Dio (come indica il termine zoè).
Gesù si definisce anche «pane disceso dal cielo» (Gv 6,33.41.50) per indicare la verità della sua incarnazione e la superiorità del “pane” da lui offerto nei confronti della manna, offerta da Dio al popolo di Israele nel deserto (Gv 6,31-33). Questa era un cibo provvisorio («I vostri padri hanno mangiato la manna e sono morti », Gv 6,49), mentre il pane offerto da Gesù è quello definitivo: chi lo mangia «vivrà in eterno» (Gv 6,51).

Don Primo Gironi, ssp, biblista

«Ultima Cena», illustrazione di don Luigi Salvetti (1990), pittore bresciano.

«Ultima Cena», illustrazione di don Luigi Salvetti (1990), pittore bresciano. Archivio de “La Domenica”. Gesù è il pane essenziale che contiene la vita eterna, che vince la morte in sé, perché porta l’amore del Padre. Il pane che sazia per sempre è Gesù nella totalità della sua persona.

LA VITA IN CRISTO E NELLA CHIESA

La Vita in Cristo e nella Chiesa

Preghiera dei fedeli

C- Fratelli e sorelle, come il cieco seduto lungo la strada a mendicare, anche noi, di fronte alle tante incognite che oscurano gli orizzonti della vita quotidiana, invochiamo la luce e la forza che ci vengono dall’alto.

Innalziamo a Dio la nostra preghiera dicendo insieme: Signore, vieni in nostro aiuto.

1. Perché la Chiesa del nostro tempo, in ogni parte del mondo, e specialmente nelle terre più martoriate dalla povertà e dalla violenza, sia luce per quanti cercano Dio e la sua salvezza, preghiamo:

2. Perché, a partire dal Sinodo dei Vescovi, i giovani possano guardare con più fiducia al futuro e si impegnino con tutte le loro forze al servizio dei valori evangelici, preghiamo:

3. Perché nelle nostre case e nelle nostre comunità cristiane il Vangelo si traduca in concreti gesti di compassione, di riconciliazione e di autentica carità, preghiamo:

4. Perché nessuna fatica e nessuna delusione chiudano mai il nostro cuore all’amore fraterno e mai affievoliscano il nostro impegno per costruire il regno di Dio nella nostra società, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Dio della luce, apri i nostri occhi perché sappiamo riconoscere la tua presenza e la tua azione nelle alterne vicende della vita e con il tuo aiuto possiamo camminare verso di te, sulle orme del tuo Figlio, luce del mondo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

A - Amen

XXX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARI0

29 L Facciamoci imitatori di Dio, quali figli carissimi. Gesù guarisce di sabato, perché l’amore di Dio è più grande di ogni legge. S. Onorato di Vercelli; S. Gaetano Errico; S. Zenobio. Ef 4,32 – 5,8; Sal 1,1-4.6; Lc 13,10-17.

30 M Beato chi teme il Signore. Anche oggi il regno di Dio opera attraverso l’agire di cristiani generosi. S. Marciano di Siracusa; S. Germano di Capua. Ef 5,21-33; Sal 127,1-5; Lc 13,18-21.

31 M Fedele è il Signore in tutte le sue parole. L’unione tra noi e Cristo ha inizio in questo mondo con il bene che noi compiamo. S. Quintino; B. Tommaso da Firenze Bellaci; S. Volfgango. Ef 6,1-9; Sal 144,10-14; Lc 13,22-30.

01 G Tutti i Santi. Solennità (bianco). Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. Come cristiani siamo certi di essere accompagnati da una schiera innumerevole di Santi. S. Cesario; S. Licinio. Ap 7,2-4.9-14; Sal 23,1-6; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a.

02 V  Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Alla festa di Tutti i Santi segue questa Commemorazione dei defunti che ci fa ricordare i nostri cari, che speriamo contemplino la gloria del Signore. S. Giusto. Gb 19,1.23-27a; Sal 26,1.4.7-9.13-14; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40.

03 S L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. La parabola di non far brutta figura ci chiede di diventare consapevoli di qual è o può essere il nostro posto all’interno della comunità: a noi metterci all’opera. S. Martino de Porres (m.f.); S. Berardo; S. Silvia. Fil 1,18b-26; Sal 41,2-3.5; Lc 14,1.7-11.

[04 D  XXXI Domenica del T.O./ / B (S. Carlo Borromeo) Dt 6,2-6; Sal 17,2-4.47.51; Eb 7,23-28; Mc 12,28b-34].
Oggi viene celebrata nel Tempio di San Paolo di Alba una santa Messa secondo le intenzioni dei lettori de “La Domenica”.

Enrico M. Beraudo

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009, 5 Ristampa. 

Inizio: Tu, festa della luce (739); Tutta la terra canti a te (683).
Salmo responsoriale: Ritornello: Lodate, lodate il Signore (120); M° G. Lattuca.
Processione offertoriale: Cantiamo te (619).
Comunione: Grandi cose (655); Come unico pane (628).
Congedo: Cristo, splendore del Padre (634).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


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