9 agosto 2015
Nel cammino della nostra vita, scandita da momenti difficili e da momenti gioiosi, tutti abbiamo bisogno della presenza viva del Cristo. Questa è visibile attraverso la preghiera e i sacramenti, in particolare l’Eucaristia.
«IO SONO IL PANE VIVO, DISCESO DAL CIELO»

«Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita».
L’APOSTOLO Paolo, scrivendo agli Efesini, invita i cristiani ad imitare l’amore di Dio Padre che nel suo Figlio ha voluto mostrare il segno più alto della sua comunione con gli uomini: Cristo ha dato se stesso per noi, offrendosi in sacrificio per la nostra salvezza (II Lettura). È divenuto così vita della nostra vita, noi viviamo del suo sangue e ci alimentiamo del suo stesso corpo. Un linguaggio duro, difficile da intendere (Cfr. Gv 6,60), come non lo potevano comprendere i Giudei del tempo di Gesù, che mormoravano contro di lui per il fatto che sosteneva di essere disceso dal cielo e di offrire il suo corpo come nutrimento. Di fronte a questo fatto i sensi certamente falliscono, ma la fede permette di accedere al mistero e di conseguire quanto esso promette, secondo la Parola di Gesù: «Chi crede ha la vita eterna» (Vangelo). In forza della fede il cristiano si nutre realmente di Cristo, pane di vita, e può camminare con fiducia fino al monte di Dio (I Lettura) e così gustare la gioia di «benedirlo e celebrarlo in ogni tempo» (Salmo 33/34). Così si passa dalla liturgia alla vita di ogni giorno.
Tiberio Cantabon
CAVALLO
Nobile e forte
“Cavallo”, illustrazione di Alfredo Brasioli, 2014
«SONO note le testimonianze riguardanti il cavallo (in ebraico susah; in greco hyppos) che ne esaltano la nobiltà, l’eleganza, la forza lavorativa e militare (Cfr Gb 39,15-25). La memoria biblica associa la figura dei «cavalli e dei carri» alla potenza militare dell’Egitto (Es 14) e delle popolazioni cananee (Gs 11,1-14; Gdc 5). L’impiego del cavallo presso gli israeliti è testimoniato nella storia monarchica di Davide (2Sam 8), di Assalonne (2Sam 15,1) e soprattutto nel regno di Salomone (1Re 10,26-29). Nella predicazione profetica ritorna il binomio del cavallo/carro militare come sinonimo di arroganza (Is 31,1.3; Os 1,7; Cfr Sal 19,8; 33,16-17; Pr 21,31). Oltre al significato reale, il cavallo è associato al simbolismo apocalittico del carro di fuoco che rapisce il profeta Elia (2Re 2,11-12). Il simbolo del cavallo è collegato con il giudizio di Dio (Gl 2,3-5) e la missione dei suoi angeli sulla terra (Cfr Zc 1,8-11; Ap 6,1-8). L’arrivo del messia sul cavallo bianco segnerà il compimento della storia (Ap 19,11-15).
Giuseppe De Virgilio, biblista
IN PREGHIERA CON IL SALMO 33 / 34
Attiraci a te, Signore, e concedici di gustare il tuo amore. Con la potenza del tuo braccio tu rinnovi la sorte dei poveri, rialzi chi è caduto, consoli chi è nell’angoscia. Liberaci, Signore, dalle nostre paure, perché possiamo glorificarti con canti di lode.
Preghiera dei fedeli
C - Fratelli e sorelle, la preghiera è il modo più semplice e autentico per esprimere la nostra fede in Dio e per avvicinarci a lui. Come il povero del Salmo, anche noi gridiamo al Signore perché ci ascolti.
Preghiamo insieme, dicendo con fede:
A - Aumenta la nostra fede, Signore.
1. Aumenta, Signore, la fede della tua Chiesa, perché possa manifestarsi sempre come traccia storica del tuo amore per tutta l’umanità. Noi ti preghiamo.
2. Aumenta, Signore, la fede di tutte le persone che hanno impegni sociali, perché, lontani da ogni egoismo di parte, lavorino nell’interesse di tutti. Noi ti preghiamo.
3. Aumenta, Signore, la fede di quanti hanno subìto un grave torto, perché non si chiudano nel risentimento, ma sperimentino la gioia di perdonare. Noi ti preghiamo.
4. Aumenta, Signore, la fede di tutti noi qui raccolti, perché dalla Parola e dall’Eucaristia, dono fatto a noi, possiamo camminare forti nella nostra testimonianza. Noi ti preghiamo.
Intenzioni della comunità locale
C - O Dio, la fede ci dice che tutto concorre al bene di coloro che ti amano; così ci siamo avvicinati a te per presentarti le nostre preghiere. Abbi pietà di noi ed esaudiscile secondo la tua volontà. Per Cristo nostro Signore.
A - Amen.
XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
10 L S. Lorenzo, diacono e martire. Festa (rosso). Beato l’uomo che teme il Signore. Come un chicco di grano nel terreno, il diacono Lorenzo, il più celebre dei martiri romani, produce molto frutto. S. Blano; S. Agostino Ota. 2Cor 9,6-10; Sal 111,1-2.5-6.9; Gv 12,24-26.
11 M S. Chiara d’Assisi, vergine. Memoria (bianco). Porzione del Signore è il suo popolo. Farsi piccola per il Regno: Chiara condivide la “minorità” di Francesco d’Assisi. Divenne madre delle Povere Dame per cui Francesco redasse una “formola di vita”. S. Cassiano; S. Rufino. Dt 31,1-8; Cant. Dt 32,3-4a.7-9.12; Mt 18,1-5.10.12-14.
12 M Sia benedetto Dio: è lui che ci mantiene tra i viventi. Non condannare, ma “guadagnare” a Dio il fratello colpevole. Poi Gesù parla della sua presenza quando si prega. S. Giovanna Francesca de Chantal (m.f.); S. Ercolano. Dt 34,1-12; Sal 65,2-3a.5.8.16-17; Mt 18,15-20.
13 G Trema, o terra, davanti al Signore. Il perdono non ha misure. Anche il Signore al giudizio sarà misericordioso se perdoniamo di cuore. Ss. Ponziano e Ippolito (m.f.). S. Giovanni Berchmans; B. Marco d’Aviano. Gs 3,7-10.11.13-17; Sal 113A,1-6; Mt 18,21 – 19,1.
14 V S. Massimiliano Maria Kolbe, martire. Memoria (rosso). Il suo amore è per sempre. Gesù riafferma l’indissolubilità del matrimonio ed esalta il celibato per il Regno di Dio, che è scelto di proposito, ma insieme è dono di Dio. B. Elisabetta Renzi. Gs 24,1-13; Sal 135,1a.2a.16-17a.21; Mt 19,3-12.
15 S Assunzione della B. Vergine Maria. Solennità (bianco). Risplende la Regina, Signore, alla tua destra. S. Tarcisio; S. Stanislao Kostka. Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44,10-12.15; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56.
16 D XX Domenica del T.O. / B (S. Rocco; S. Stefano d’Ungheria) Pr 9,1-6; Sal 33,2-3.10-15; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58
Pasquale Giustiniani
11 agosto - Santa Chiara d’Assisi
Nacque nel 1193 (o 1194) ad Assisi e qui morì l’11/8/1253; venne canonizzata due anni più tardi, da Alessandro IV nella cattedrale di Anagni. Chiara «seguì in tutto le orme di colui che per noi si è fatto povero e via, verità e vita». Fedele discepola di san Francesco d’Assisi, fondò con lui il secondo Ordine (Clarisse). Esercitò il suo ufficio di guida e madre, studiandosi «di presiedere alle altre più per virtù e santità di vita che per ufficio», affinché le sorelle obbedissero «più per amore che per timore».
Luigi Giovannini, ssp
SAN GIOVANNI ANTONIO FARINA
Vescovo di Treviso e Vicenza, nel 1836 fondò la congregazione delle Suore Maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori; istituto religioso presente in Italia e in altre nazioni dedito all’educazione cristiana delle ragazze povere ed emarginate. Nel 1870 partecipò ai lavori del Concilio Vaticano I, dove sostenne il principio dell’infallibilità pontificia. Definito “l’uomo della carità”, Giovanni Antonio (Gambellara 1803, Vicenza 1888), educatore dall’intensa attività apostolica e pastore zelante, rifiutò i compromessi della mediocrità con la fedeltà alla propria coscienza. Canonizzato il 23 novembre 2014 da Papa Francesco.
Cristina Santacroce
Salmo responsoriale e accompagnamento

PROPOSTA PER I CANTI: Da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei 2009.
Inizio: Il pane del cammino (358); Chiesa di Dio (267). Rit. del Salmo responsoriale: M° J. Gelineau.
Ritornello comune: Spero nel Signore (336).
Processione offertoriale: Molte le spighe (365).
Comunione: Come unico pane (348); Pane vivo, spezzato per noi (373).
Congedo: Resta con noi (185).
ACCOMPAGNAMENTO
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