22 Febbraio 2023
Con la Quaresima, che oggi iniziamo, siamo chiamati a camminare con decisione e risolutezza verso Dio, per prepararci a ricevere i doni della Pasqua. Per questo dobbiamo dare tempo e spazio alla preghiera, al digiuno, alla meditazione e al servizio del prossimo
«RENDIMI LA GIOIA DELLA TUA SALVEZZA»

L’orizzonte della Quaresima è la Pasqua. Ad essa guarda il tempo quaresimale, che oggi iniziamo, e che alla celebrazione del Mistero pasquale intende disporci. L’austero simbolo delle ceneri, che durante il rito cade leggero dalla mano del ministro sul capo del fedele, ci fa consapevoli della nostra finitudine; ci sprona a riordinare decisamente l’esistenza secondo il Vangelo; ci muove alla penitenza per rinvigorire gli impegni battesimali. Tempo propizio, dunque, la Quaresima per purificare il cuore, fare spazio alla grazia del Signore e gustare la gioia del perdono (II Lettura); per verificare il livello della vita cristiana alla luce del trinomio evangelico dell’essenzialità: l’ascolto orante della parola di Dio, che interpella l’esistenza; la sobrietà di vita, che educa a discernere in ordine al necessario per il corpo e per lo spirito; la carità, che condivide e fluisce su chi è nel bisogno (Vangelo). Occorre senz’altro rientrare nella propria cella interiore, rivedere i comportamenti mondani, opporsi all’indifferenza, combattere ostentazione ed egoismi. La lacerazione del cuore (I Lettura) sta in questo. Umiltà è il suo nome. Il miserere prepara l’alleluia.
don Giuliano Saredi, ssp
Digiuno, elemosina e preghiera, le tre vie della conversione
L’appello di Gesù alla conversione e alla penitenza non riguarda opere esteriori; a Dio non interessano sacco e cenere, mortificazioni e sacrifici, se questi non sono espressione esteriore di una penitenza interiore, della conversione del nostro cuore. E questa conversione dev’essere un riorientamento radicale della nostra vita a Dio con tutto il cuore; una rottura con il peccato; un’avversione al male con la riprovazione di quello compiuto nel passato; un desiderio risoluto di cambiare condotta di vita. In questo cammino, possibile solo confidando nella misericordia di Dio e nell’aiuto della sua grazia, ci si scopre debolissimi, incapaci, insufficienti in tutto, con un cuore pesante e indurito.
Solo Dio può darci la forza di ricominciare, un cuore nuovo che trova la forza guardando a Colui che è stato trafitto per i nostri peccati. A sostenerci in questo cammino, dopo la Pasqua è lo Spirito Santo, consolatore e difensore, che dona all’uomo la grazia del pentimento e della conversione (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica 1430-1437). Tra le espressioni della penitenza interiore ne troviamo tre che sono proposte nella loro forma più autentica e trasparente dall’insegnamento di Gesù: il digiuno, l’elemosina, la preghiera (Mt 6,1-6.16-18). Queste tre forme trovano per il cristiano la loro piena vitalità nella costitutiva correlazione con la celebrazione sacramentale dell’Eucaristia e della Penitenza, unita alla lettura e meditazione della Sacra Scrittura. Nondimeno, esse possiedono ciascuna una propria valenza e connessione specifica con l’esperienza di conversione, operando una sorta di “riparazione sanante” in uno o l’altro degli stati di non-comunione, o corruzione relazionale che vengono sperimentati dall’uomo in stato di peccato. Viene sanato il rapporto dell’uomo con sé stesso e con il proprio corpo (digiuno). Viene sanato il rapporto dell’uomo con l’altro e con le cose (elemosina). Viene sanato il rapporto dell’uomo con Dio (preghiera).
Espressione meravigliosa della dinamica della conversione, che non avviene secondo rigidi schemi meccanici, l’abbiamo in una delle più belle parabole, chiamata non a caso in vari modi: del “figlio prodigo”, perché è la storia di un figlio che sta male con sé stesso e vive male la propria libertà; del “figlio che vive da servo”, perché è anche la storia del figlio maggiore, che addirittura non sa cosa sia la libertà e che vive male il rapporto con il proprio fratello e con le cose, incapace com’è di condividere; “del Padre misericordioso” perché è, infine, la storia di un Padre, sempre pronto ad accogliere i suoi figli. Questo cammino di restaurazione di ogni comunione con sé stessi, con gli altri e, sopratutto, con Dio è ciò che attende tutti noi nella Quaresima 2023, tempo opportuno che ci è donato per la nostra salvezza.
don Pietro Roberto Minali, ssp
Preghiera dei fedeli
C - Fratelli e sorelle, accogliendo l’austero simbolo delle Ceneri abbiamo testimoniato il proposito di seguire fedelmente Cristo morto e risorto.
Lettore - Diciamo con fede: Rendimi, Signore, la gioia della tua salvezza.
1. Per la Chiesa, sempre bisognosa di purificazione: sia umile e povera; viva in continua conversione; sia custode della speranza che rifulge nel Signore crocifisso e risorto. Preghiamo
2. Per i governanti delle nazioni: avvertano l’urgenza di farsi carico dei problemi dei loro popoli e di reagire con fermezza al disimpegno morale e sociale. Preghiamo
3. Per gli ammalati, gli anziani, gli emarginati: si sentano più che mai nel cuore della Chiesa che prega e lotta contro il male, e li affida alla grazia del Signore che tutto vivifica e rinnova. Preghiamo
4.Per la nostra comunità: unisca all’ascolto orante della parola di Dio e alla penitenza il dinamismo della carità fraterna, e ciò che è sottratto all’egoismo si trasformi in aiuto concreto per chi è in necessità. Preghiamo:
Intenzioni della comunità locale
C- O Dio, ricco di misericordia, converti i nostri cuori e donaci la gioia della tua salvezza. La forza soave del tuo Spirito renda proficuo il nostro itinerario spirituale verso la Pasqua. Per Cristo nostro Signore.
A - Amen.
Salmo

- Inizio: Padre, perdona (499); Soccorri i tuoi figli (500).
Salmo responsoriale: Ritornello: M° S. Militello; oppure: Perdonaci, Signore (430).
Processione offertoriale: Se voi avete fame (310).
Comunione: Come un padre (492); Ascolta le mie parole, Signore (491).
Congedo: La madre col pianto nel cuore (580).


