23 settembre 2018

Come ai discepoli, così anche a noi Gesù insegna a pensare e ad agire secondo la logica del servizio e della croce. Mentre ci attardiamo a discutere su chi fra noi deve essere il più grande, Gesù ci esorta a conformare i nostri comportamenti secondo i modelli del “servo” e del “bambino”.

SE UNO VUOLE ESSERE IL PRIMO, SIA L’ULTIMO E IL SERVO DI TUTTI

Commento - Disegno: Stefano Pachì
L’EVANGELISTA san Marco ci presenta il secondo annuncio della passione che il Maestro dà ai suoi discepoli. Egli sta per essere consegnato nelle mani degli uomini che lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà. È il giusto perseguitato che si abbandona fra le braccia del Padre, il quale lo ascolta, viene in suo aiuto e lo libera dai suoi avversari (I Lettura). Chi segue Gesù, è chiamato a condividere il suo stile di vita all’insegna dell’umile servizio, diventando servitore di tutti senza pretese, accogliendolo nella persona dei suoi fratelli più piccoli, rinunciando ad essere considerato il primo della classe, il migliore e il più grande nel mondo.
Il Signore che in questa celebrazione eucaristica ci abbraccia e si mette al nostro servizio lavandoci i piedi come fece nell’ultima cena con i suoi discepoli, ci dia la forza del suo Santo Spirito per vincere le passioni che fanno guerra dentro il nostro cuore (II Lettura), e ci conformi a lui, mite ed umile di cuore, abilitandoci a donare la nostra vita per amore del Padre e dei fratelli, abbracciando la nostra croce quotidiana con la tenerezza di un bambino.

Francesco Dell’Orco

GESÙ, «IL RE DEI GIUDEI»

«Cristo, I.N.R.I.». «Cristo, Settimana Santa». A Roma,  nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, si trova conservata una reliquia che rimanda al cartiglio posto sulla croce di Gesù. Foto Syldavia / Istock
QUELLO di «re» può essere considerato come il titolo che abbraccia tutta la vicenda storica di Gesù. Il Vangelo secondo Matteo si apre con una domanda su Gesù che i Magi rivolgono a Erode: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?» (Mt 2,2).
Il Vangelo secondo Giovanni si conclude con l’iscrizione che Pilato fa porre sulla croce di Gesù: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei» (Gv 19,19). Questa iscrizione ci è divenuta familiare perché la vediamo riportata sempre su ogni croce e su ogni crocifisso con le sole sue iniziali: INRI (= Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, cioè «Gesù Nazareno, re dei Giudei»).
La regalità di Gesù non va intesa alla luce delle aspettative nazionalistiche dei suoi contemporanei. Essi vedevano nel «re» la figura messianica che avrebbe potuto dare libertà e splendore alla loro nazione (Cfr Gv 6,15).
La regalità di Gesù si rivela invece nell’umiltà dei due momenti più fragili dell’esistenza umana: la nascita e la morte.
Nella nascita Gesù è segnato unicamente dalla povertà delle fasce in cui è avvolto. Ma la povertà di queste fasce prelude già allo splendore della sua regalità di Risorto nell’evento della Pasqua.
Nell’umiliazione della passione Gesù manifesta il vero significato del suo essere «re»: mentre i suoi avversari vedono nella sua morte la sconfitta della sua regalità, il Padre fa di Gesù sulla croce il vero re, il vero vincitore. 

Primo Gironi, ssp, biblista

Preghiera dei fedeli

C- Fratelli e sorelle, come il Salmista chiediamo al Signore che porga l’orecchio alle parole della nostra bocca e ascolti la nostra preghiera.

Preghiamo insieme, dicendo: Ascolta, o Padre, la nostra preghiera.

1. Signore, talvolta nella Chiesa si va in cerca di posti importanti non per servire, ma per primeggiare: libera ogni cristiano dalla vanagloria e aprilo a uno spirito di servizio umile e disinteressato. Noi ti preghiamo:

2. Signore, il mondo è colmo di violenza e di rivalità: fa’ che i governanti trovino vie di riappacificazione attraverso un dialogo mite e lontano da ogni superbia. Noi ti preghiamo:

3. Signore, gli insegnanti hanno il grande ruolo di educare le nuove generazioni: affrontino questa sfida con la consapevolezza che di fronte a loro sta la speranza di un mondo più umano e pacifico. Noi ti preghiamo:

4. Signore, ciascuno di noi assuma lo spirito dei fanciulli del Vangelo: si lasci incontrare dall’abbraccio del Signore, fatto di consolazione, misericordia, benedizione. Noi ti preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Padre della gloria, che hai mandato il tuo Figlio non per essere servito ma per servire e dare la vita per noi, fa’ che possiamo corrispondere a questo immenso dono d’amore con un’esistenza che sia trasparenza della tua volontà di comunione e di pace. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen

XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

24 L Il giusto abiterà sulla tua santa montagna, Signore. Agli occhi di Dio siamo trasparenti e senza veli, perciò nel rapporto con lui non possiamo nasconderci dietro a dei paraventi. Niente di ciò che siamo e facciamo è estraneo a Dio. Egli si preoccupa di noi più di quanto facciamo noi stessi. B.V. Maria della Mercede; San Rustico; S. Pacifico. Pr 3,27-34; Sal 14,2-5; Lc 8,16-18.

25 M Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi. Mettere in pratica la Parola di Dio ci rende familiari di Gesù. Ci inserisce nella sua intimità con il Padre e il Figlio. La Parola di Dio è la chiave per accedere al cuore della Trinità. All’uomo spetta di farla fruttificare per diffondere sempre più i benefici del Regno. S. Cleofa; S. Anàtalo; S. Sergio di Radonež; B. Marco Criado. Pr 21,1-6.10-13; Sal 118,1.27.30.34-35.44; Lc 8,19-21.

26 M Lampada per i miei passi, Signore, è la tua parola. Annunziare il Regno di Dio e guarire gli infermi. Sono le due facce della stessa medaglia, ma quante volte trascuriamo la seconda parte del mandato di Gesù, cioè di liberare quanti sono oppressi dal male, dalla malattia e dal demonio. Ss. Cosma e Damiano (m.f.); S. Nilo; B. Paolo VI. Pr 30,5-9; Sal 118,29.72.89.101.104.113; Lc 9,1-6.

27 G  S. Vincenzo de’ Paoli, presbitero. Memoria (bianco). Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. I contemporanei di Gesù erano sconcertati da quello che vedevano accadere sotto i loro occhi. Cercavano di catalogare quell’esperienza con i parametri umani. Guardavano cioè al passato, mentre non si rendevano conto che avevano davanti a loro il futuro dell’umanità. S. Bonfilio; S. Caio. Qo 1,2-11; Sal 89,3-6.12-14.17; Lc 9,7-9.

28 V Benedetto il Signore, mia roccia. La confessione di Pietro che considera Gesù il Cristo di Dio apre gli occhi a tutti gli altri discepoli. Sulla sua parola la comunità cristiana riconosce e accoglie la verità di Dio che ha mantenuto la promessa e ha inviato il Messia per salvarci. S. Venceslao (m.f.); Ss. Lorenzo Ruiz e c. (m.f.). Qo 3,1-11; Sal 143,1.3-4; Lc 9,18-22.

29 S  Ss. Michele, Gabriele e Raffaele arcangeli. Festa (bianco). Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria. L’Apocalisse ricorda il combattimento di Michele e dei suoi angeli contro il drago. Insieme con Gabriele e Raffaele la Chiesa venera i tre arcangeli che sono molto cari al popolo cristiano. Michele è invocato contro le insidie del demonio e come servo fedele del Figlio di Dio. S. Ciriaco. Dn 7,9-10.13-14 opp. Ap 12,7-12a; Sal 137,1-5; Gv 1,47-51.

[30 D XXVI Domenica del T. O. / B (S. Girolamo) Nm 11,25-29; Sal 18,8.10.12-14; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48].

Nicola Gori

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009, 5 Ristampa. 

Inizio: Spirito del Padre (564); Vieni, fratello (760).
Salmo responsoriale: Ritornello: Spero nel Signore (137); M° C. Recalcati.
Processione offertoriale: Noi diverremo (688).
Comunione: Quando venne la sua ora (704); Pane vivo, spezzato per noi (699).
Congedo: Madre santa (585).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


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