10 settembre 2017

La correzione fraterna è un dovere, da compiere però con discrezione e carità. D’altra parte, quando il male dilaga e diventa ostinato, allora tutta la comunità è interessata alla correzione fraterna, per vigilare e non lasciarsi contagiare dal male.

LA PRESENZA DI CRISTO RISORTO IN MEZZO A NOI

Commento - Disegno: Stefano Pachì
IL Signore ci ha costituiti sentinelle premurose e attente a favore dei fratelli (I Lettura). Dalle parole dell’apostolo Paolo, infatti, intuiamo che il debito dell’amore vicendevole è un seme che germoglia con il rispetto e fruttifica con la stima reciproca (II Lettura). È fin troppo evidente la presenza di conflitti non sciolti nelle famiglie e nelle comunità. L’orgoglio e il desiderio di vendetta seduce tutto il genere umano e lo incolla alla polvere di questa terra. Cristo Signore – che ha vinto il peccato dal trono della croce – continua ad istruire i suoi perché «non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
Ai cristiani è indicata l’urgenza e la via della concordia (Vangelo): la riconciliazione è talmente importante da coinvolgere un crescendo di persone. Tuttavia possiamo individuare la chiave di lettura negli ultimi versetti del Vangelo: la preghiera a Dio. Avere il Signore come riferimento alzerà lo sguardo del nostro cuore al cielo, affinché possiamo prendere coscienza di quanto male facciano i grovigli di antichi rancori che incatenano ancora i nostri figli.

Fr. Gianfranco Tinello, OFMCap

L’INNO DELLE VIRTÙ FAMILIARI

CHI ha definito il quarto capitolo di Amoris laetitia il “cuore” dell’Esortazione postsinodale ha visto probabilmente giusto. A metà del lungo percorso di questo documento, dopo averne spiegato l’urgenza, dettata dalle complesse sfide sociali e culturali, e dopo aver inquadrato la realtà familiare come chiave esplicativa della storia della salvezza. Papa Francesco offre quasi una pausa poetica.
Prende spunto dall’Inno alla carità di san Paolo (1Cor 13, 4-7) per tratteggiare le caratteristiche dell’amore coniugale. Che è “paziente”, perché esercitare la pazienza in famiglia mette al riparo dall’impulsività che rischia di trasformare la casa in campo di battaglia. Che è “non è invidioso”, perché riconosce e valorizza il bene dell’altro.
Che “non si vanta e non si gonfia”, perché la grandezza dell’amore è innanzi tutto quella di comprendere il valore dei più deboli. Che “non manca di rispetto”, si dispone all’incontro “con sguardo amabile”, perché custodisce con tenerezza i limiti dell’altro/a. Che “non cerca il proprio interesse”, perché nulla deve essere più gratuito e disinteressato dell’amore tra moglie e marito.
E poi, ancora, “non si adira”, “non tiene conto del male ricevuto”, in un lungo elenco di virtù e di atteggiamenti positivi che rimandano davvero all’essenza dei rapporti di coppia. Un capitolo che tutti gli sposi dovrebbero leggere.

Luciano Moia, Direttore di “Noi, famiglia&vita” (Avvenire)

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Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, volgiamo lo sguardo al nostro Padre celeste che ha diffuso su di noi, in Cristo, le ricchezze della sua grazia.

Uniti nella preghiera diciamo: Dio, fonte di ogni bene, ascoltaci.

1.
Per il Papa, i Vescovi, i sacerdoti e i diaconi, affinché il loro ministero porti luce, sollievo e perdono ai fedeli. Preghiamo:

2. Per i governanti, posti al servizio del popolo, affinché, dove ci sono state violenze, promuovano percorsi di pace e riconciliazione. Preghiamo:

3. Per i sofferenti a causa delle divisioni e delle discordie familiari, affinché con la preghiera e l’impegno siano aiutati a sciogliere la durezza dei cuori. Preghiamo:

4. Per noi qui riuniti attorno all’altare di Cristo, affinché possiamo attingere alla dolcezza del suo Spirito per coltivare relazioni fraterne e caritatevoli. Preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C -
O Dio, che hai inviato il tuo unico Figlio come Principe della pace, ascolta le preghiere che i tuoi figli di adozione ti innalzano e dona la riconciliazione secondo la tua volontà. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - 2017

11 L In Dio è la mia salvezza e la mia gioia. Il precetto del riposo in giorno di sabato non si risolve nell’inattività dell’uomo, quasi un mettersi da parte per far spazio all’attività di Dio. Con la guarigione del paralitico Gesù vuole insegnarci che fare il bene o salvare una vita non violano il precetto divino; esso non ha come scopo di arginare il bene, ma di promuoverlo. Ss. Proto e Giacinto; S. Adelfio; B: Maria P. De Micheli. Col 1,24 – 2,3; Sal 61,2-3.9; Lc 6,6-11.

12 M Buono è il Signore verso tutti. Tutti i discepoli sono “chiamati”, ma solo i Dodici sono “scelti” e nominati “apostoli” a pieno titolo. Credere che la Chiesa è “apostolica” vuol dire riconoscere la mediazione degli apostoli e dei loro successori. SS. Nome di Maria (m.f.); S. Albeo; S. Guido. Col 2,6-15; Sal 144,1-2.8-11; Lc 6,12-19.

13 M S. Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa. Memoria (bianco). Buono è il Signore verso tutti. A differenza di Matteo, Luca si concentra solo su alcune Beatitudini, da lui ritenute più significative; egli, inoltre, le rafforza con altrettante maledizioni, per sottolinearne l’urgenza. S. Maurilio; B. Claudio Dumonet. Col 3,1-11; Sal 144,2-3.10-13; Lc 6,20-26.

14 G Esaltazione della Santa Croce. Festa (rosso). Non dimenticare le opere del Signore! La meraviglia di Nicodemo riguardo alla nostra rinascita “dall’alto” si estende a tutta la vita di Gesù. La morte di Gesù in croce, che avrebbe dovuto attirare una maggiore ira di Dio su di noi, si rivela, invece, come un “innalzamento” del Figlio dell’uomo, espressione di gloria e di amore per noi. S. Gabriele Taurino Dufresse. Nm 21,4b-9; Sal 77,1-2.34.35-38; Fil 2,6-11; Gv 3,13-17. (Le prime due letture a scelta).

15 V B.V. Maria Addolorata. Memoria (bianco). Salvami, Signore, per la tua misericordia. Padrone cosciente della propria vita fino alla fine, Gesù manifesta la sua preoccupazione per noi, rappresentati dal “discepolo che egli amava”; egli ha voluto affidarci alle cure materne di Maria “sua madre”. Il dolore di entrambi, Madre e Figlio, è la misura del loro amore per noi. S. Caterina da Genova. Eb 5,7-9; Sal 30,2-6.15-16.20; Gv 19,25-27 opp. Lc 2,33-35.

16 S Ss. Cornelio papa e Cipriano vescovo, martiri. Memoria (rosso). Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. Gesù descrive due situazioni che si completano a vicenda. La prima riguarda l’importanza di aver ricevuto il “dono” della fede in lui; l’altra ci insegna quanto una scelta sbagliata, ossia non coerente con le parole del Signore, possa compromettere tutto il nostro lavoro. S. Eufemia; S. Ludmilla. 1Tm 1,15-17; Sal 112,1-7; Lc 6,43-49.

[17 D XXIV Domenica del T.O. / A (S. Roberto Bellarmino) Sir 27,30 – 28,7; Sal 102,1-4.9-12; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35].

Tarcisio Stramare, osj

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009, 5 Ristampa. 

Inizio: la tua Parola (625).
Salmo responsoriale: M° A. Parisi: Ritornello: Venite al Signore (123).
Processione offertoriale: Molte le spighe (679).
Comunione: Oltre la memoria (693); Com’è bello (626).
Congedo: O Vergine purissima (589).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


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