3 maggio 2015

Il messaggio di questa domenica sottolinea la profonda unione tra Cristo e noi suoi discepoli. Il paragone della vite con i tralci è significativo. Non bastano i piani pastorali, ma non deve mai mancare la linfa della preghiera e dell’interiorità, dell’unione con Dio e con i fratelli. - Celebriamo la XIX Giornata nazionale Bambini vittime della violenza e contro la pedofilia.

RIMANIAMO UNITI A CRISTO VERA VITE

«Rimanete in me e io in voi. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto»

«Rimanete in me e io in voi. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto»

NEL tempo pasquale la storia e la vita della prima comunità cristiana manifestano meglio la presenza e l’azione di Gesù Risorto. La comunità di Gerusalemme è testimone della profonda trasformazione di Paolo che, da persecutore dei cristiani, il Risorto ha chiamato a essere annunciatore del Vangelo (I Lettura). Nel simbolismo della vite e dei tralci l’evangelista Giovanni coglie lo stretto rapporto che lega il cristiano, “il tralcio”, a Gesù, la “vera vite”. Spezzare questo legame è un inoltrarsi nella morte spirituale, come avviene per il tralcio che non rimane unito alla vite. Ravvivare questo legame significa portare molto frutto (Vangelo). La seconda lettura è una logica continuazione della prima: l’amore fraterno è ciò che conduce la comunità alla pace. Ma quali sono i criteri per discernere il vero amore? Giovanni ne indica alcuni fondamentali. Anzitutto i fatti: «Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità». È vero che siamo peccatori, ma se ci abbandoniamo tra le braccia del nostro Dio, abbiamo la certezza di essere sempre accolti e amati. Forti di questa gioiosa certezza possiamo così amare anche gli altri, con fiducia e con sincerità nella nostra vita quotidiana.
Orlando Zambello, ssp

DIAMO UN’ANIMA ALL’EXPO

La lotta alla fame passa anche dalle nostre scelte quotidiane!

Non ci sono parole più adatte per dare un’anima all’Expo 2015 di Milano sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, che si svolge dal 1o maggio al 31 ottobre 2015. Questa Esposizione universale è importante non solo per i manufatti realizzati, ma soprattutto per il contributo al dibattito e all’educazione sull'alimentazione, sulle risorse a livello planetario.

Foto DA “POPOLI” 2014.È un’occasione per riflettere non solo sul cibo come merce o di strumento di arricchimento, ma sul dramma delle diseguaglianze sociali che producono effetti disastrosi sul pianeta con milioni di persone che soffrono la fame o devono affrontare carenze alimentari. Particolare attenzione andrebbe data alle milioni di tonnellate di cibo che ogni giorno viene sprecato nel mondo e alle politiche agrarie che facilitano la speculazione finanziaria. Si auspica una maggiore sensibilizzazione dell'opinione pubblica e dei governi perché il cibo per tutti diventi effettivamente una realtà. Allo stesso tempo, sono opportune riforme agrarie più eque, che impediscano la concentrazione delle risorse alimentari in poche mani e lo sfruttamento intensivo del pianeta, al contrario, promuovano la salvaguardia del creato e la salute delle persone. Tutti siamo chiamati a fare qualcosa per dare un’anima al cibo, perché la lotta alla fame passa anche dalle nostre scelte quotidiane.

Nicola Gori
Foto DA “POPOLI” 2014.

I MISTERI DELLA GIOIA

V / O Dio vieni a salvarmi.
R / Signore, vieni presto in mio aiuto.
O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

I MISTERI DELLA GIOIA

1. L’angelo Gabriele annuncia a Maria, piena di grazia, la maternità (Lc 1,26-38)
2. Maria si reca a visitare la cugina Elisabetta (Lc 1,39-42)
3. Gesù nasce a Betlemme (Lc 2,1-7)
4. Gesù viene presentato al tempio (Lc 2,21-24
5. Gesù viene ritrovato nel tempio tra i dottori (Lc 2,41-50)

IN PREGHIERA CON IL SALMO 21 / 22

In forza della Pasqua, fa’ crescere in noi, Signore, la passione per il Vangelo. Non possiamo tacere le grandi opere di Dio: siamo chiamati ad annunciare le sue meraviglie ad ogni popolo, di generazione in generazione, sino agli estremi confini della terra. Signore, venga il tuo regno!

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, come tralci inseriti nella vite vera, il Cristo, eleviamo nel suo nome al Padre la nostra unanime preghiera.

Preghiamo insieme dicendo:

A - Rimani con noi, Signore.


1. O Signore, ti chiediamo di illuminare la Chiesa, perché abbia sempre un cuore di madre e sia sollecita ad accogliere e guidare quanti la accostano per ricevere verità e speranza di vita. Noi ti preghiamo.

2. O Signore, ti chiediamo di guidare i governanti nelle loro scelte, perché non cedano ad interessi di parte o a favoritismi personali, ma abbiano a cuore il vero bene delle popolazioni. Noi ti preghiamo.

3. O Signore, ti chiediamo di assistere quanti vivono nel timore di fronte alla vita e nello scoraggiamento, perché possano ricevere luce e conforto e aprirsi ad una nuova speranza. Noi ti preghiamo.

4. O Signore, ti chiediamo di rimanere in ciascuno di noi, perché, da tralci innestati nella vite, possiamo ricevere la linfa necessaria per affrontare il buon combattimento della fede. Noi ti preghiamo.

C- Padre santo, rispondendo alla tua Parola noi ti abbiamo presentato quanto sentiamo essere importante per la nostra vita: tu che sai elargire molto di più di quanto possiamo chiedere, aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

7 maggio – Sant’Agostino Roscelli

Nacque il 27 luglio 1818 a Bargone di Casarza Ligure (Genova), ultimo di otto figli di una famiglia contadina. Venne ordinato sacerdote nel 1846. Dopo avere collaborato con Giuseppe Frassinetti, nel 1864 fondò un laboratorio, da cui nel 1876 derivarono le Suore dell’Immacolata di Genova. Morì il 7 maggio 1902 a Genova e fu sepolto nel celebre cimitero dello Staglieno con la scritta: «Qui giace il povero prete don Agostino Roscelli». Giovanni Paolo II lo beatificò nel 1995 e lo canonizzò nel 2001.
Luigi Giovannini, ssp

V SETTIMANA DI PASQUA

4 L Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria. Il Risorto può manifestarsi solo a chi lo ama e osserva la sua parola. S.Antonina; S. Floriano; Ss. Silvano e compagni. At 14,1-18; Sal 113B,1-4.15-16; Gv 14,21-26.

5 M I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno. La passione cui va incontro Gesù non è una resa al male, ma la più grande lezione d’amore obbediente al Padre. S. Gottardo; Beato Nunzio Sulprizio; Beata Caterina Cittadini. At 14,19-28; Sal 144, 10-13.21; Gv 14,27-31a.

6 M Andremo con gioia alla casa del Signore. Dio vuole per noi una vita fruttuosa. Il mezzo sicuro è rimanere uniti al Signore, vite feconda del Padre. S. Pietro Nolasco; S. Domenico Savio; Beata Anna Rosa Gattorno. At 15,1-6; Sal 121,1-6; Gv 15,1-8.

7 G Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore. Non dobbiamo guadagnarci l’amore di Dio: esso ci ha già raggiunti in modo gratuito nel Figlio. S. Domitilla; S. Rosa Venerini; S. Agostino Roscelli. At 15,7-21; Sal 95,1-3.10; Gv 15,9-11.

8 V Ti loderò fra i popoli, Signore. La vita cristiana si compendia nel comandamento di Gesù: amarsi a vicenda con la misura del suo amore. Beata Vergine Maria di Pompei; S. Vittore il Moro; S. Bonifacio IV. At 15,22-31; Sal 56,8-12; Gv 15,12-17.

9 S Acclamate il Signore, voi tutti della terra. Una vita spesa nell’amore può incontrare l’ostilità, l’odio, la persecuzione. Al seguito di Cristo. S. Pacomio; S. Isaia pr. At 16,1-10; Sal 99,2-3.5; Gv 15,18-21.

10 D VI Domenica di Pasqua / B (S. Gordiano) At 10,25-26.34-35.44-48; Sal 97; 1 Gv 4,7-10; Gv 15,9-17
Agatino Gugliara, ssp

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI:
da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei 2009.
Inizio: Tu sei la mente (191); Cristo risusciti (171).
Ritornello al Salmo responsoriale: M° A. Bastoni; Rit. comune: Terra tutta da’ lode a Dio (306).
Processione offertoriale: Dov’è carità e amore (124).
Comunione: Amatevi, fratelli (255); Lo Spirito di Dio (291).
Congedo: Surrexit Christus (190).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento

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