1 gennaio 2016

Iniziamo oggi il nuovo anno accanto a Maria Santissima, la Madre di Dio. Ella,che ci ha dato Gesù, ci ottenga da lui salute e benedizione, e ci confermi nel dono natalizio  della pace… (49ª Giornata mondiale della Pace nell’Anno Santo della Misericordia).

DA MARIA ABBIAMO RICEVUTO L’AUTORE DELLA VITA

Alla Vergine Maria, Madre di Dio e della Chiesa, chiediamo che ci ottenga dal Signore Dio il dono della pace.


Alla Vergine Maria, Madre di Dio e della Chiesa, chiediamo che ci ottenga dal Signore Dio il dono della pace.

LA solennità di Maria Santissima, Madre di Dio coincide con l’inizio del nuovo anno civile e la Giornata mondiale della Pace. Eletta in modo unico e irripetibile dalla grazia del Signore per l’incarnazione del suo Figlio Gesù, la Vergine Maria è così elogiata dalla Chiesa: «Come lei non è stata e non sarà nessuna creatura». Grazie al suo sì, il Figlio di Dio nella pienezza dei tempi salvifici si è fatto Figlio degli uomini, affinché noi, figli degli uomini, potessimo diventare figli di Dio (II Lettura). Di fronte a tanto dono, molteplici sono gli impegni per noi. Madre di Dio e Madre della Chiesa, la Vergine assunta a collaboratrice del Padre, va onorata in modo speciale; va anche imitata custodendo, come lei, nel nostro cuore
tutti questi eventi di salvezza. Al pari dei pastori siamo chiamati a recarci a Betlemme per conoscere il bambino che è nato, per poi glorificare il Padre e riferire agli altri ciò che abbiamo udito (Vangelo). Infine, vivendo il tempo presente come dono di Dio e sotto la sua protezione benedicente (I Lettura), farci promotori di pace, onorando la verità e la giustizia. 
Sergio Gaspari, smm

Preghiera dei fedeli

C -  Fratelli e sorelle, in questo giorno in cui ci scambiamo l’augurio di ogni bene, possa la nostra preghiera portare a compimento le nostre speranze secondo la volontà di Dio.

Preghiamo con fede e diciamo:

A - Dio della pace, venga il tuo regno.

1. Venga la pace, Signore, nella tua Chiesa: sia rispettata la fede degli umili; siano accolti i doni dello Spirito, e i Pastori esercitino il loro servizio evangelico con mitezza, affabilità e comprensione, preghiamo

2. Venga la pace, Signore, nella nostra società: tutti abbiano il necessario per vivere; gli emarginati trovino accoglienza; i malati e gli anziani siano circondati di cure e di affetto, preghiamo.

3. Venga la pace, Signore, nelle nostre famiglie: giovani e adulti si aprano al dialogo; tutti i rapporti siano ispirati al reciproco perdono e ognuno sappia trovare sempre le giuste parole per comprendere e rispettare l’altro, preghiamo.

4. Venga la pace, Signore, specialmente là dove essa sembra così lontana, nei tanti Paesi martoriati dalla guerra e in ogni luogo dove predominano la violenza e il terrore, preghiamo.

Intenzioni della comunità locale


C -  Signore Dio, che nella divina maternità di Maria hai manifestato il tuo amore che supera ogni nostro sogno e speranza, donaci la forza di non arrenderci mai di fronte alle ingiustizie e ai dolori dell’umanità, per impegnarci a costruire nel mondo la tua pace. Per Cristo nostro Signore.

 

 

 

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI:
da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Oggi si compie (72); Acqua di fonte cristallina
(207).
Salmo responsoriale: modulo musicale: G. Assandri; Oppure: Cantate al Signore (262).
Processione offertoriale: Parole di vita (375).
Comunione: È nato un bimbo in Betlehem (67); Ave, Maria
(209-212).
Congedo: Verbum caro factum est (75).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento

LA PACE COME CAMMINO E, PER GIUNTA, IN SALITA

Papa Francesco andò il 6 giugno 2015 alla città martire Saraievo in Bosnia ed Erzegovina, e incoraggiò il dialogo e la collaborazione per rimarginare le ferite del passato. Ci viene spontaneo ricordare la presenza dell’Arcivescovo don Tonino Bello, presidente di Pax Christi, per la marcia della pace a Saraievo,  dicembre 1992. Morirà il 20 aprile 1993.

A DIRE il vero non siamo molto abituati a legare il termine “pace” a concetti dinamici. Raramente sentiamo dire: “Quell’uomo si affatica in pace”,
“lotta in pace“, “strappa la vita coi denti in pace”. Più consuete, nel nostro linguaggio, sono invece le espressioni: “sta seduto in pace”, “legge in pace”, “medita in pace” e, ovviamente “riposa in pace”.
La pace, insomma ci richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante. Più il confort del salotto che i pericoli della strada. Più il caminetto che l’officina brulicante di problemi. Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli. Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato. Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.
Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.  Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo. La pace richiede lotta, sofferenza,tenacia.
Esige alti costi d’incomprensione e di sacrificio. Rifiuta la tentazione del godimento. Non tollera atteggiamenti sedentari. Non annulla la
conflittualità. Non ha molto da spartire con la banale “vita pacifica”.
Sì, la pace prima che traguardo è cammino. E, per giunta, cammino in salita. Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi, i suoi percorsi preferenziali e i suoi tempi tecnici, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste. Se è così occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito ma chi parte. Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai – su questa terra s’intende – pienamente raggiunta.

Intenzioni: Gennaio

Universale: Perché tutti possano fare l’esperienza della misericordia di Dio che non si stanca mai di perdonare.
Per l’Evangelizzazione: Perché le famiglie, in modo particolare quelle che soffrono, trovino nella nascita di Gesù un segno di sicura speranza.
Dei Vescovi: Perché accogliamo l’invito alla rivoluzione della tenerezza che il Figlio di Dio ci ha rivolto nella sua incarnazione.
Mariana: Maria, Madre della Divina Grazia, ci comunichi i doni di Dio.

PECORA: fonte di lana, latte e carne

Animali della Bibbia: pecora

PER la sua diffusione e utilità la pecora (in ebraico rahel; in greco probaton) è l’animale più diffuso nel mondo antico. Fonte di ricchezza familiare (Gb 1,3; 42,12; 2Re 3,4; 1Cr 5,21; 1Sam 25,2) l’allevamento delle pecore ha accompagnato Israele lungo la storia nel suo percorso sociale, culturale e religioso (Ger 50,19; Am 4,1; Mi 7,14).
Dalle pecore si trae la lana (Dt 18,4), il latte (Gen 18,8) e la carne 1Sam 9,24). L’attività pastorale contrassegna diversi protagonisti della storia biblica (Abele, Abramo, Giacobbe, Mosè, Davide, Amos). La relazione pastore-gregge è diventata una metafora della vita del popolo nel suo cammino con Dio «unico pastore» di Israele (Gen 48,15; Sal 80,2). È Dio che custodisce il suo gregge (Ger 31,10), ha cura delle sue pecore (Ez 34) e le raduna (Zc 9,16), non permettendo che siano depredate per mano di cattivi pastori (Ez 34,1-31). Gesù stesso si è definito «buon pastore» ed ha rivelato l’amore del Padre narrando la parabola della «pecorella smarrita e ritrovata» (Mt 18,12-14; Lc 15,4-7).

Giuseppe Di Virgilio, biblista

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