10 dicembre 2015

Nonostante le nostre pene, le nostre preoccupazioni, le nostre stanchezze, abbiamo fiducia! Dio non ci abbandonerà mai. Restiamo nella pace, perché il Battesimo ci ha immersi nell’amore eterno di Dio, manifestato in Cristo.

INTERROGAVANO GIOVANNI: «CHE COSA DOBBIAMO FARE?»

Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

LA salvezza è vicina, la liberazione del popolo d'Israele si sta realizzando. Cosa fare in questo breve tempo che precede la venuta del Messia? Questo si chiedevano i contemporanei di Giovanni Battista, come riferisce l’evangelista Luca (Vangelo). Questo è ancora l’interrogativo che l’uomo si pone davanti all’invito di Cristo a stringere un patto d'amicizia con Lui. La proposta di Giovanni è semplice: cambiare vita e passare da una mentalità egoistica all’apertura agli altri. Considerare chi incontriamo come un fratello con il quale condividere il cammino, sostituendo la logica del potere e della sopraffazione con quella della solidarietà e della carità. È questo il senso dell’invito di Giovanni a dare a chi ne è sprovvisto la tunica doppia o a offrire il cibo. Questi gesti renderanno meno tristi molte persone. È questo il clima che deve definire questo tempo di attesa del Messia. La tristezza deve lasciare spazio alla gioia, così il profeta Sofonia (I Lettura), perché il Signore interviene per liberare il suo popolo. Un atteggiamento di gioia che nessuno può rubare, come scrive l’apostolo Paolo (II Lettura). Il Signore è vicino, tutto il resto passa.
Nicola Gori

GIUBILEO E SACRAMENTO DELLA PENITENZA

Dalla Porta Santa alla Confessione

Papa Francesco si confessa. © OSSERVATORE ROMANO / ANSA / CORBIS

LA Chiesa non è un’associazione di perfetti, ma una comunione di peccatori perdonati, cioè di persone che hanno conosciuto il fascino ingannevole del peccato, ma anche la gioiosa e liberante esperienza del perdono. L a Chiesa è chiamata ad incarnare la misericordia di Dio, diventando «luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo » (Papa Francesco). E ciò a cominciare dalla celebrazione della Penitenza, dove il sacerdote è chiamato ad essere più un padre che non un giudice. Il perdono dei peccati è la missione che il Risorto affida ai suoi discepoli la sera di Pasqua (Gv 21, 23). Missione misericordiosa della Chiesa che trova la sua espressione sacramentale nel rito della Penitenza con l’umile confessione dei peccati e la riconciliazione con Dio e con i fratelli. Il pentimento sincero e il rinnovato impegno a vivere secondo il Vangelo, sono essenziali per dare verità e piena efficacia al sacramento. La presenza del peccato nella nostra vita fa parte di un imperscrutabile e provvidenziale disegno di Dio. Infatti, solo chi ha fatto esperienza della propria miseria e, ciononostante, si è sentito amato e perdonato, è capace di compassione verso i fratelli. Per questo il cuore del Giubileo è il sacramento della Penitenza, dal quale, come da un rinnovato Battesimo, nasce un’umanità riconciliata, capace di compassione e di serio impegno per essere nel mondo concreti testimoni della misericordia di Dio.
Silvano Sirboni, liturgista

Preghiera dei fedeli

C -  Fratelli e sorelle, il Signore viene a salvarci e a costruire il suo Regno. Chiediamo un segno della sua potenza e della sua misericordia.

Preghiamo insieme e diciamo:

A - Donaci, Signore, la gioia del cuore.

1. Per la Chiesa, perché annunciando il Vangelo con il linguaggio della misericordia, riconduca chi è smarrito all’ovile della salvezza, preghiamo.

2. Per i responsabili delle istituzioni civili, perché diano risposte concrete alle esigenze reali della collettività, preghiamo.

3. Per le famiglie, perché, illuminate dal Vangelo, a fronte delle profonde mutazioni della società  coltivino con perseveranza l’amore accogliente e generoso, preghiamo.

4. Per la nostra comunità parrocchiale, perché dall’Eucaristia abbia la capacità di testimoniare con gioia la presenza di Cristo tra i fratelli lontani, preghiamo.

Intenzioni della comunità locale

C -  O Padre, ricco di bontà e di misericordia, ascolta la nostra preghiera e fa’ che riconosciamo di essere miseri, deboli e bisognosi del tuo aiuto. Per Cristo nostro Signore.

 

 

 

III SETTIMANA DI AVVENTO

14 L S. Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa. Memoria (bianco). Fammi conoscere, Signore, le tue vie. I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo non ottengono da Gesù una risposta sulla sua autorità, ma l’invito alla conversione. S. Venanzio; S. Pompeo. Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24,4-9; Mt 21,23-27

15 M Il povero grida e il Signore lo ascolta. Il figlio che si rifiuta di lavorare nella vigna e poi va nei campi è come il peccatore che si converte e fa la volontà del Padre. S. Valeriano; B. Maria Vittoria Fornari; B. Carlo Steeb. Sof 3,1-2.9-13; Sal 33,2-3.6-7.17-19.23.

16 M Stillate cieli dall’alto e le nubi facciano piovere il giusto. Gesù non rivela con le parole la sua identità, ma con segni e prodigi. I discepoli inviati da Giovanni diventano testimoni. S. Adelaide; S. Aggeo profeta; B. Clemente Marchisio. Is 45,6b-8.18.21b-25; Sal 84,9-14; Lc 7,19-23

17 G Feria di Avvento. Venga il tuo regno di giustizia e di pace. Dalla Genealogia emerge che Gesù è figlio di Davide (discendenza regale), figlio di Abramo (realizza le promesse) e viene per tutti i popoli. S. Giovanni de Matha; S. Daniele profeta. Gen 49,2.8-10; Sal 71,1-4.7-8.17; Mt 1,1-17.

18 V Feria di Avvento. Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace. L’angelo in sogno rassicura Giuseppe affidandogli il compito della paternità legale del Bambino che chiamerà Gesù (Dio salva). S. Gaziano; S. Malachia profeta. Ger 23,5-8; Sal 71,1-2.12-13.18-19; Mt 1,18-24

19 S Feria di Avvento. Canterò senza fine la tua gloria, Signore. L’annuncio dell’angelo a Zaccaria. La preghiera rivolta a Dio con fede viene esaudita nonostante la sterilità e la vecchiaia. S. Anastasio I; B. Urbano V. Gdc 13,2-7.24-25a; Sal 70,3-6.16-17; Lc 1,5-25

20 D IV Domenica di Avvento / C (S. Liberale)
Mi 5,1-4a; Sal 79,2-3.15-16.18-19; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45

Lucia Giallorenzo

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI:
da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio:  Rallegrati, o Vergine Maria (55); Camminiamo incontro al Signore (44).
Salmo 
responsoriale: G. Assandri; Rallegratevi, fratelli (54).
Processione offertoriale: Signore, 
vieni (58).
Comunione: E cielo e terra e 
mare (49); Sole a levante (59).
Congedo: Vergine, 
Madonna (226).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento

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