3 gennaio 2016

In questa domenica siamo invitati a contemplare il Verbo, che è Cristo, Figlio di Dio.Egli è la Parola di Dio, che è all’origine della creazione ed è sempre all’opera nel mondo.  Dio stesso dà a noi la possibilità di conoscerlo e di entrare nella sua intimità.

MIRABILE INTRECCIO TRA IL DIVINO E L’UMANO

«E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi: e noi vedemmo la sua gloria».


«E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi: e noi vedemmo la sua gloria»

L’ODIERNA liturgia domenicale ci invita ad approfondire il significato della festa del Natale. Chi è Gesù nato a Betlemme da Maria? Gesù è il Verbo eterno, il Figlio di Dio che si è fatto uomo. È il volto visibile del Padre. Occorre riflettere su chi è Colui che è venuto tra noi, e perché lo ha fatto! Il testo del libro del Siracide (I Lettura) costituisce uno dei grandi elogi della divina Sapienza: essa si identifica con la Parola personificata, o con lo Spirito divino che aleggiava sulle acque, all’inizio dei tempi. Una presenza attiva che ci coinvolge. Nell’inno con cui inizia la lettera indirizzata ai cristiani di Efeso (II Lettura) san Paolo afferma che Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli per opera di Gesù Cristo. L’invito che l’Apostolo ci rivolge è quello di chiedere con insistenza il dono della sapienza per conoscere il Cristo e accoglierlo nella nostra vita. In Gesù, Parola fatta carne, rivelazione definitiva del Padre, la promessa fatta da Dio nell’Antico Testamento si realizza: il Figlio di Dio ha posto la sua dimora tra noi (Vangelo). In lui il Padre ci ha scelti e ci ha benedetti.
Domenico Brandolino, ssp

ALLA SCOPERTA DELLE OPERE DI MISERICORDIA

Cibo ai bambini. Foto di Marcello Carrozzo, scattata in India, a Meerut, per il progetto Nayee Asha, che si occupa dell’infanzia abbandonata, e con il quale AIFO collabora dal 2001.

Cibo ai bambini. Foto di Marcello Carrozzo, scattata in India, a Meerut, per il progetto Nayee Asha, che si occupa dell’infanzia abbandonata,
e con il quale AIFO collabora dal 2001.

«È MIO vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina» (n. 15). Con queste parole, contenute nella Bolla d’indizione dell’anno giubilare Misericordiae Vultus, Papa Francesco dà un chiaro indirizzo a tutta la Chiesa, perché la riflessione sulla misericordia non si fermi semplicemente a un’espressione di concetti, ma si radichi nel modo stesso che Dio ha scelto per “parlare di misericordia”: l’ha resa fattiva nel suo rapportarsi agli uomini, mostrandosi un Dio sollecito verso le necessità dei poveri e dei sofferenti nell’anima e nel corpo. Così Gesù Cristo, più che offrire una catechesi fatta solo di parole e di immagini, ha preferito farsi vicino ai malati, ai bisognosi di conforto e di attenzione, ai peccatori per reintegrarli nella giustizia e nella verità. Riscoprire le “opere di misericordia”, in quest’anno giubilare, significa allora capire che misericordia è un’opera, qualcosa che si fa, e così diventa educante sia per chi la compie sia per chi la riceve. Pian piano allora verranno proposte alcune riflessioni su questi aspetti, passando in rassegna le diverse opere di misericordia. Tiberio Cantaboni
Tiberio Cantaboni

Preghiera dei fedeli

C -  Fratelli e sorelle, con il battesimo siamo diventati figli di Dio. Chiediamo al Signore il dono della sapienza per conoscere i doveri che ne derivano e la forza per adempierli.

Preghiamo con fede e diciamo:

A - Ascoltaci, o Signore

1. Per la Chiesa, sposa di Cristo: perché alla scuola del Maestro divino apprenda la conoscenza della verità e la faccia conoscere a tutti, preghiamo:


2. Per le donne e gli uomini del nostro tempo: perché non smettano mai di cercare Dio dove, come e quando egli si lascia incontrare, preghiamo:


3. Per i poveri, i deboli, gli emarginati: perché in Cristo possano trovare speranza e conforto alle loro sofferenze, preghiamo:


4.  Per la nostra comunità parrocchiale: perché, operando secondo giustizia e verità, sia luce a quanti ancora cercano Dio, preghiamo:


Intenzioni della comunità locale


C -  Signore, che hai inviato il tuo Figlio nel mondo come luce e vita per tutti gli uomini, fa’ che lo  riconosciamo e lo accogliamo come nostro salvatore e redentore, per essere liberati dalle tenebre dell’errore e dal peccato. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

 

 

 

"Un Giubileo veramente per tutti"

Il Giubileo della Misericordia è una festa straordinaria del perdono alla quale Papa Francesco, a nome del Signore, chiama tutti, «ciechi, storpi e
zoppi» da tutte le periferie esistenziali (Cfr Lc 14,21). Non sono escluse le donne che hanno vissuto il dramma dell’aborto; né i carcerati che si sono
macchiati di delitti orrendi e che scontano la loro giusta pena. La condizione è una sola e irrinunciabile: essere sinceramente pentiti e decisi a cambiare vita. C’è un solo peccato imperdonabile perché chiude la porta al Signore che bussa: quello contro lo Spirito Santo, cioè non credere alla misericordia di Dio che si è manifestata in Cristo (Cfr Mc 3,29).

Silvano Sirboni

II SETTIMANA DOPO NATALE

4 L Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore. Il Signore Gesù è nostra luce, ma per seguirlo siamo chiamati a lasciare il peccato. S. Angela da Foligno; S. Elisabetta Anna Bayley Seton. 1Gv 3,7-10; Sal 97,7.7-9; Gv 1,35-42.


5 M Acclamate il Signore, voi tutti della terra. L’Apostolo ci indica come vincere il peccato: amando i fratelli secondo l’esempio di Gesù. S. Edoardo Confessore; S. Giovanni Nepomuceno.1Gv 3,11-21; Sal 99,2-5; Gv 1,43-51.

6 M Epifania del Signore. Solennità (bianco). Is 60,1-6; Sal 71,1-2.7-8.10-13; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12. Giornata dell’Infanzia missionaria. Vedi foglio a parte.

7 G Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli. San Giovanni ci indica la regola della vera fede: osservare i comandi del Signore Gesù e, in primo luogo, quello dell’amore vicendevole. S. Raimondo de Peñafort (m.f.); S. Crispino; S. Ciro. 1Gv 3,22 -- 4,6; Sal 2,7-8.10-11; Mt 4,12-17.23-25.


8 V Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. Il  Signore si manifesta moltiplicando i pani, ma per compiere questo miracolo chiede la collaborazione dei discepoli. S. Severino del Norico; S. Lorenzo Giustiniani; Ss. Luciano e c.1Gv 4,7-10; Sal 71,1-4.7-8; Mc 6,34-44.


9 S Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. Nella vita di fede avvengono momenti di smarrimento, anche allora il Signore Gesù si manifesta come il Salvatore. S. Marcellino; S. Adriano; S. Fillano. 1Gv 4,11-18; Sal 71,1-2.10-13; Mc 6,45-52.


[9 D Battesimo del Signore / C. Festa (bianco); (S. Gregorio di Nissa). Is 40,1-5.9-11; Sal 103,1-4.24-25.27-30; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22]


Enrico M. Beraudo

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI:
da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Venite fedeli (76); Noi canteremo gloria te (294, str. 3-5).
Salmo responsoriale: M° G. Liberto. Rit. comune: Terra tutta, da’ lode a Dio (306).
Processione offertoriale: Molte le spighe (365). 
Comunione: O tu che dormi, déstati! (71); Il cielo narra la tua gloria (282).
Congedo: Maria, madre della Chiesa (217).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento

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